24 agosto 1826 (Napoli, a 22h10) : Jeanne-Antide torno alla casa del Padre
‘ Gesù Cristo ci ha promesso il Cielo… ! ‘( S.JA)
In comunione con le nostre Suore “Partout dans le monde”
In comunione con tutte quelle che ci hanno preceduti nella fede,
in comunione con i Amici laici,
celebriamo nell’azione di grazie la Nascita al Cielo di Santa Jeanne-Antide
questo 24 Agosto 2014, 21° domenica del Tempo Ordinario :
‘ E voi, che cosa dite? Per voi, chi sono? ‘ ( Gesù)
“In Lui solo ho riposto tutta la mia fiducia”– Santa Giovanna Antida 1825
Scrittto da Don Marcello Paradiso
‘Alla fine della sua vita, non certo facile e tranquilla, Giovanna Antida così scrive a suor Marthe. In Lui solo ho riposto tutta la mia fiducia
È una espressione dunque con la quale le suore, figlie di Santa Giovanna Antida, vogliono sintetizzare il carisma della Santa, o indicare il percorso della sua vocazione, la singolarità della sua missione nella Chiesa, o il cuore del mistero della sua risposta alla Chiamata di Gesù.
Può diventare uno slogan, un motto, una bandiera, certamente un messaggio forte, una provocazione. Secondo me è una frase che indica il mistero dell’incontro di ogni uomo con Dio. Pronunciata, come una confidenza personale, quando forse sa che sta per avvicinarsi la meta del suo viaggio, la santa ci svela questo mistero.
In Lui solo… C’è un movimento unidirezionale, quel ‘solo’ dice che non c’è alcun’altra realtà, nessun altro; è indice di solitudine, di esclusivismo, segno di unicità, segno di totalità, di apertura, dedizione, ascolto, sguardo, verso Uno Solo, quell’Uno Solo sentito, conosciuto, amato, sperimentato come compagno della propria vita istante per istante, seguito con fedeltà, nel dolore, nel dubbio, nella sofferenza, nelle incomprensioni. Solamente in Lui…. Ho riposto, ho messo, ho dato, deposto; mi sono svuotato di tutto me stesso, del mio io e l’ho dato ad un altro; questa è la mia fiducia. Mi fido solo di te. Mi affido solo a te.
Fides è fiducia, affidamento, consegna di sé, darsi all’altro, senza nulla trattenere per sé, ma è anche patto, alleanza, reciprocità; mi do tutto a te perché so, sperimento che ti dai tutto a me. Di fronte a Dio le cose vanno così: la fides è suo dono, sua proposta, offerta sua: Lui dice: fidati di me perché io mi sono fidato, mi fido e mi fiderò di te. E Gesù si è fidato del Padre, fino a svuotarsi …. Si fida di noi fino a svuotarsi per noi, farsi come noi, ma come quel noi di peccato, fino a questo.
G.A. a partire da questa esperienza dice “ho riposto…”. Dio si è fidato, si fidava di Lei, Dio aveva riposto la sua fiducia in Lei e per questo le chiede la restituzione, le propone un patto alla pari, mica tanto, perché la fiducia di Lui in noi, in te, in Lei, è molto di più che la nostra fiducia in Lui.
Non è una fides cieca, anzi, è una fides oculata, che vede, che ha gli occhi. Un affidarsi responsabile (come l’eccomi di Maria all’angelo), che sa cosa comporta, consapevole, non un darsi irrazionale, istintivo, semplicemente emozionale, col rischio della provvisorietà e della precarietà. In lui solo ho riposto… qui non c’è né l’una né l’altra, ma c’è il suono della definitività: lo dicono le parole “tutta la mia fiducia”. Qui la totalità della fides è la totalità dell’amore; quel porre tutta la fiducia, è la consegna del proprio cuore, della propria anima, della propria vita, nelle mani, nel cuore dell’Altro. Allora fides et amor sono una cosa sola. Non può esserci l’una senza l’altro, legate dalla speranza. Perché poi uno dovrebbe fidarsi se non c’è un moto di affezione, un’attrazione, un fascino, il venir catturati? Mica ci fidiamo di persone che ci sono indifferenti, sconosciute. Dio si fida di noi perché siamo suoi figli, ci ama, ci conosce: Dio è attratto dalle sue creature. La santità è soprattutto il riconoscimento di questo e il coinvolgimento in questo moto di amore-conoscenza-fiducia di Dio verso di noi.
Giovanna Antida fonda la famiglia delle suore della Carità, caritas-amore, perché ha riposto in Lui tutta la sua fiducia. Si è fidata-affidata, e ha risposto con amore, con amore ai fratelli, al prossimo bisognoso, nel quale vede risplendere il Volto di Dio. “Quando avete fatto….”. In Lui ho riposto… cioè Lo ha amato, ha corrisposto al suo amore.
La frase è profondamente biblica, esprime direi il grande mistero dell’alleanza di Dio con il suo Popolo, tutto il messaggio della Rivelazione, l’essenza, il cuore dell’esperienza di Gesù, dalle tentazioni “non di solo pane vive l’uomo…”, fino al Getsemani “sia fatta la tua volontà…”. La frase è di Gesù, è la sua vocazione, il destino della sua vita.
È la vocazione di ogni battezzato: fin dal battesimo Dio ha detto a ciascuno di noi “in te pongo tutta la mia fiducia”, e la nostra vita è parimenti continua risposta “in Te pongo la mia fiducia”.
Ma la domanda è d’obbligo: in chi pongo la mia fiducia, a chi affido la mia vita? Di chi mi fido? Dimmi in chi riponi la tua fiducia e ti dirò chi sei; da ciò sei definito. In qualcosa o qualcuno devi riporre la tua fiducia, non puoi bastare a te stesso, sei relazione, ognuno di noi è relazione, quindi siamo naturalmente portati a guardare a qualcosa o qualcun altro, oltre me stesso, oltre l’angusto confine del mio. Dopotutto ogni religione consiste nel “porre la propria fiducia in …”.
Certo, non dobbiamo essere diffidenti verso nessuno (semplici come colombe, prudenti come serpenti: Gesù mette in guardia i suoi discepoli di non fidarsi dei farisei…), ma comprendiamo bene la domanda: nelle mani di chi consegno la mia vita? Tanti, li vediamo qui dentro, si sono fidati di surrogati, di allucinazioni, illusioni, sogni e chimere; o forse esclusivamente di se stessi, con l’arroganza di farcela da soli comunque. O hanno pensato di affidare la loro vita a realtà ingannevoli, fragili, inconsistenti, idoli falsi (che hanno bocca e non parlano, hanno orecchi e non vedono…), sirene ammaliatrici.
Ne conosciamo di disastri, fallimenti, sconfitte, per fiducia mal riposta; li conosciamo, questo è il luogo dove purtroppo sembrano darsi appuntamento proprio persone la cui vita ha attraversato questa esperienza. Ogni stato di indigenza probabilmente ha a monte una fiducia mal riposta. Ecco perché poi il nostro compito è di restituire la fiducia che a suo tempo è stata sprecata, spesa male; compito pedagogico che quando si impegna a ridare dignità alle persone vuole restituire loro fiducia in se stessi e fiducia verso persone o realtà che questa fiducia la recuperano e la fanno crescere. Con la carità del pane, impegniamoci a fare la carità della fiducia. E ciascuno di noi, a maggior ragione gli indigenti, quando si sentono affidabili (dopo esperienze di chiusure), vedono riemergere la loro dignità. Ringraziamo il Signore perché tanti si fidano di noi, della Caritas, e mettono la loro vita nelle nostre mani.
La frase di G.A. è un potente insegnamento, di chi fidarsi totalmente? Di Colui che ti ama di più e che per te ha fatto quello che nessuno ha mai fatto e potrà mai fare. Ci fidiamo dei nostri genitori, fin da bambini, ci fidiamo dei nostri amici (forse fino a un certo punto), ci fidiamo della persona cara (moglie, marito…), ci fidiamo della persona alla quale confidiamo i nostri più intimi segreti. Ma di Dio? È una scommessa, certamente, ma vale la pena giocarla. G.A. alla fine della sua vita dice “Ho risposto….”; lo dice credo con una certa sicurezza: attesta di essersi veramente fidata di Lui. Tira le somme: si è fidata di Lui, nelle sue mani ha messo tutto, ha scommesso, rischiato, ma alla fine riconosce che è stata fedele con costanza in questa scommessa. La fides è scommessa e rischio. Anche Paolo dirà alla fine “ho fatto la mia corsa…, ho combattuto la buona battaglia”.
Ogni persona consacrata, come le suore e i preti, gioca la sua esistenza in questa scommessa: a volte però la fiducia viene meno, dinanzi forse alle onde della tempesta come nel lago Tiberiade. Veniamo presi dalla paura, dallo scoraggiamento, dalla tentazione di dirottare un po’ della nostra fiducia in qualcosa d’altro, che ci dia qualche sicurezza tangibile (come il re Acaz che non vuole affidarsi a Dio ma alla potenza militare dell’Egitto, e nonostante ciò il profeta Isaia gli dice….: ti sarà dato un segno). Piuttosto che procedere allo sbaraglio, cerchiamo punti di appoggio terreni, materiali… Ma la roccia salda è una sola. Preghiamo affinché possiamo anche noi dire alla fine “Ho riposto in Lui tutta la mia fiducia”.