Le “sette miglia” del quinquennio 2010-2015
La narrazione dei “passi fatti” dalla congregazione
attraverso le comunicazioni da parte delle realtà territoriali
Alle 10.30 le capitolari si riuniscono nella sala del Capitolo. Sr Pascale Khoury, membro della Commissione capitolare (CC), dà inizio ai lavori della giornata e sollecita le capitolari ad un ascolto attento, attivo e orante. Successivamente, le Superiori provinciali, regionali e la delegata dell’India si alternano nella presentazione delle differenti realtà territoriali e del cammino percorso negli ultimi cinque anni. La loro relazione segue uno schema suggerito dal Consiglio generale che, sotto forma di preghiera, ripropone l’esperienza dei discepoli di Emmaus. La relazione è suddivisa in tre parti:
– la delusione e il ritorno ad Emmaus (‘speravamo che…’),
– la rilettura dei fatti alla luce della Parola di Dio,
– il riconoscimento del Risorto che ascolta la nostra invocazione: “Resta qui con noi, Signore”.
All’inizio c’è la presentazione della Provincia del Sudest asiatico, seguono tutte le altre: regione Indonesia, delegazione India, regione Pakistan. L’assemblea si lascia condurre con entusiasmo dalla narrazione del cammino della Congregazione. Particolare attenzione suscitano queste nuove realtà territoriali, laddove giovani suore hanno iniziato da poco tempo il loro percorso formativo secondo il carisma di Jeanne-Antide.
Giunte sulle coste del Mediterraneo, ci siamo preparate a entrare in territorio africano, dal quale ripartiamo per raggiungere le due Americhe, del Nord e del Su. Sulla strada del ritorno, noi facciamo scalo a Malta, prima di risalire in territorio italiano (sud, centro e nord). Di là, siamo passate in Europa Orientale e poi nell’Europa dell’Ovest. Realtà antiche o nuove, appena uscite dalla ‘culla del noviziato’, o giunte ormai alla sera della vita, ad immagine del ‘piccolo resto d’Israele’… tutte ci rivolgiamo a Gesù Risorto che marcia con noi,
L’Assemblea capitolare ha vissuto questa giornata in un clima di fraternità, gioia, commozione e gratitudine al Signore per la sua presenza continua nella nostra Storia; si è lasciata interpellare dai problemi e dalla speranza che sgorga dal cuore delle consorelle che vivono in territori la cui situazione sociale è difficile per le guerre, i conflitti, le persecuzioni.
La preghiera dei vespri vuole essere l’espressione di gratitudine al Signore per quanto ha fatto per noi e una richiesta di intercessione per l’Europa che sta vivendo momenti difficili.