CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI D’EUROPA
“L’Europa può uscire convertita dalla crisi”
Sono stati 35 i presidenti delle Conferenze episcopali nazionali collegati in videoconferenza per partecipare ai lavori e riflettere sul tema “La Chiesa in Europa dopo la pandemia. Prospettive per il creato e per le comunità”. Tra le questioni affrontate, la pandemia e le ripercussioni che questa crisi, non solo sanitaria, sta provocando. Ma anche una riflessione sulle conseguenze religiose, pastorali ed ecologiche. La riunione, inizialmente prevista a Praga, si è svolta on line a causa di un peggioramento della situazione relativa ai contagi di Covid-19 nella Repubblica Ceca. La riunione si è conclusa con il discorso del cardinale Angelo Bagnasco. Il porporato, presidente della Ccee, ricorda a Vatican News che la riflessione ha preso in esame la pandemia e le sue ricadute sul piano religioso, pastorale e dell’ecologia alla luce degli insegnamenti di Papa Francesco.
In Europa segni di conversione
Per quanto riguarda l’Europa, osserva il cardinale Bagnasco, “ci sono difficoltà” e sono queste “visibili a tutti”. “Crediamo fortemente e auspichiamo che ci sia un cammino più unitario, più coeso”. “Non è questa una speranza infondata”. Questa speranza, afferma il porporato, deriva dall’annuncio del Vangelo ma è anche motivata dal fatto che c’è “una rete di solidarietà popolare” che è “una grande risorsa, una grande grazia, una grande promessa di un cammino unitario”. L’Unione Europea, e non solo, sta inoltre dando “segnali positivi di una certa conversione, nel senso di una maggiore solidarietà e attenzione verso tutti i Paesi, in modo particolare quelli in maggiore difficoltà”. “Dopo una prima, lenta presa d’atto da parte dell’Unione, c’è stata poi una accelerazione diversa, un cambiamento”. “L’Europa – conclude il cardinale Bagnasco – può uscire convertita” dall’attuale crisi.
Il messaggio finale dei vescovi
Nel messaggio finale, i vescovi dell’Assemblea plenaria, richiamano a due principi spirituali su cui l’edificio della moderna civiltà deve reggersi. “Innanzitutto – scrivono i presuli – una fiducia riscoperta. Senza questo modo di essere non è possibile guardare al domani. La ragione della nostra fiducia di credenti è Cristo che ha portato la condizione umana e, attraverso la morte, ha riscattato la vita. Ogni giorno Cristo è presente in mezzo a noi nell’Eucaristia, fonte della fiducia e dell’ansia apostolica e missionaria che ci invita a uscire, a andare fuori verso tutti”. L’altro atteggiamento di ordine spirituale ed etico, sottolineano i vescovi europei, è una solidarietà rinnovata tra le persone, i popoli e le Nazioni anche nella grave crisi occupazionale. Il Signore Gesù è la solidarietà di Dio. L’ esperienza universale – si legge ancora nel documento – dimostra che ogni essere umano ha bisogno degli altri, che nessuno è autosufficiente: basta un virus invisibile per piegare l’illusione di essere “invincibili”. Per questo i vescovi europei esprimono gratitudine a medici, operatori sanitari, forze dell’ordine, volontari che, sull’esempio di Cristo, hanno sostenuto le popolazioni in difficoltà, specialmente i più deboli. “Se la relazione fa parte della nostra natura, allora ogni chiusura agli altri per difendere se stessi, ogni interesse individuale, fino a lucrare sulle sventure, è contro la dignità personale, contro la collettività: è contro i diritti umani. Nessuno – scrivono infine i vescovi europei – deve essere escluso, anche nella distribuzione del vaccino. Davanti al dramma di tante persone rifugiate e migranti, è necessario lavorare insieme e continuare a dialogare con i governanti per difendere la vita e la dignità di ogni persona”.
Il messaggio di Papa Francesco
L’Assemblea Plenaria si è aperta ieri con la lettura del messaggio inviato da Papa Francesco ai presidenti delle Conferenze Episcopali d’Europa. “L’esperienza della pandemia – ha scritto il Santo Padre – ci ha segnato tutti nell’intimo, perché ha intaccato in modo drammatico uno dei requisiti strutturali dell’esistenza, quello della relazionalità tra persone e nella società, sconvolgendo così abitudini e rapporti che hanno modificato anche le condizioni di vita sociale ed economica”. “La stessa vita ecclesiale – si legge inoltre nel messaggio – è stata coinvolta in modo significativo, costringendo a rimodulare la pratica religiosa: molte attività pastorali sono ancora in attesa di assestamento”. “Le comunità cristiane – ha ricordato il Papa – sono chiamate a rileggere spiritualmente ciò che abbiamo vissuto, al fine di apprendere quanto la vita insegna e per discernere prospettive per il futuro”.
Segni di comunione e speranza
Nella giornata di apertura dell’Assemblea plenaria il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, ha inoltre salutato i partecipanti alla riunione esortando in particolare i presuli ad essere testimoni della vera Speranza: “Come maestri della fede alla guida di milioni di fedeli in Europa, siamo consapevoli della sfida di rendere testimonianza della Speranza che abita in noi e ci spinge a cercare il modo adeguato, seguendo l’esempio di Papa Francesco, per consolare, incoraggiare, motivare e sostenere tutti gli sforzi per andare avanti insieme senza lasciare nessuno indietro”. Sempre ieri, introducendo i lavori, il cardinale Angelo Bagnasco, ha spiegato che la crescente emergenza ha suggerito “di puntare la riflessione sul fenomeno che ha investito il pianeta per offrire un segno di comunione e di speranza per l’intero Continente”.
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano