Con un videomessaggio, Papa Francesco ha rilanciato il Global Compact on Education, che si sarebbe dovuto tenere il 14 maggio scorso ed è stato rimandato a causa dell’emergenza sanitaria che vive il mondo attualmente. Aderire al patto educativo significa impegnarsi a ricostruire le relazioni a tutti i livelli, a partire dai più vicini, dalla famiglia, dal villaggio, per poi allargarsi alla città, al mondo, alla natura.

E precisamente, Papa Francesco ci inviata a impegnarsi personalmente e insieme:

  • a mettere al centro di ogni processo educativo formale e informale la persona, il suo valore, la sua dignità, per far emergere la sua propria specificità, la sua bellezza, la sua unicità e, al tempo stesso, la sua capacità di essere in relazione con gli altri e con la realtà che la circonda, respingendo quegli stili di vita che favoriscono la diffusione della cultura dello scarto.
  • Secondo: ad ascoltare la voce dei bambini, dei ragazzi e dei giovani a cui trasmettiamo valori e conoscenze, per costruire insieme un futuro di giustizia e di pace, una vita degna per ogni persona.
  • Terzo: a favorire la piena partecipazione delle bambine e delle ragazze all’istruzione.
  • Quarto: a vedere nella famiglia il primo e indispensabile soggetto educatore.
  • Quinto: a educare ed educarci all’accoglienza, aprendoci ai più vulnerabili ed emarginati.
  • Sesto: a impegnarci a studiare per trovare altri modi di intendere l’economia, di intendere la politica, di intendere la crescita e il progresso, perché siano davvero al servizio dell’uomo e dell’intera famiglia umana nella prospettiva di un’ecologia integrale.
  • Settimo: a custodire e coltivare la nostra casa comune, proteggendola dallo sfruttamento delle sue risorse, adottando stili di vita più sobri e puntando al completo utilizzo di energie rinnovabili e rispettose dell’ambiente umano e naturale secondo i principi di sussidiarietà e solidarietà e dell’economia circolare.