ETIOPIA – Oltre 10.000 rifugiati etiopici in Sudan
Il Premier rivendica la vittoria nel Tigrai ma al momento non ci sono conferme
Sono più di 10.000 gli etiopici in fuga dai combattimenti nella regione del Tigrai che si sono rifugiati in Sudan negli ultimi due giorni. Lo riportano le agenzie umanitarie secondo le quali altre centinaia di migliaia di persone potrebbero fuggire dalla regione se i combattimenti non vengono fermati per tempo. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha affermato che le agenzie umanitarie non sono state in grado di fornire cibo, assistenza medica e altri servizi di emergenza nel Tigrai a causa della mancanza di accesso.
Nelle ultime ore il Primo Ministro Abiy Ahmed ha twittato: “La regione occidentale del Tigrai è stata liberata” assicurando che nelle “aree liberate, l’esercito sta ora fornendo assistenza e servizi umanitari. Il Premier ha anche affermato che sono stati ritrovati i corpi di alcuni soldati legati e giustiziati sommariamente.
In precedenza gli abitanti del Tigrai avevano ricevuto l’ordine di mobilitarsi dal Fronte di liberazione del popolo del Tigrai (TPLF), che governa lo Stato che affermano di doversi “difendere” dalla “flagrante aggressione” del governo federale.
Ma con le comunicazioni interrotte, le vie di comunicazione e i media bloccati, è impossibile al momento la verifica indipendente della situazione. Negli ultimi giorni entrambe le parti hanno rivendicato vittorie militari, il TPLF addirittura di aver abbattuto un aereo da combattimento etiopico. Una parte dell’esercito nella regione sarebbe passato con il TPLF portando con sé armamento pesante compresi sistemi di difesa aerea.
Il timore degli osservatori è che il conflitto si estenda coinvolgendo non solo altre regioni dell’Etiopia ma anche i Paesi limitrofi, Eritrea, Sudan e Somalia. Mentre sullo sfondo rimane la contesa tra Addis Abeba e il Cairo per il controllo delle acque del Nilo, dopo il completamento della Grande Diga della Rinascita Etiopica (Gerd) sul Nilo Azzurro. (L.M.) (Agenzia Fides 12/11/2020)