Prima dell’inaugurazione ufficiale del Capitolo, le 49 capitolari presenti nella Casa Generalizia insieme a tutte le altre sorelle che sono al servizio del Capitolo, si sono riunite per la celebrazione eucaristica per implorare la benedizione di Dio Padre!
La celebrazione liturgica è stata presieduta da padre Valerio Di Trapani della Congregazione della Missione (Lazzaristi). Partendo dalle letture della messa, padre Valerio ha condiviso le sue riflessioni e ha evidenziato l’opera dello Spirito in un capitolo. Puoi leggere l’intero testo o scaricarlo.
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Omelia Padre Valerio di Trapani, cm
Eucaristia 25 settembre 2021
Inizia il vostro cammino del 21° capitolo generale trovando rifugio, come Gesù e con Gesù, a Betania, casa accogliente, luogo di ascolto, amore e tenerezza, spazio da cui, secondo l’evangelista Giovanni, Gesù riparte per Gerusalemme, dove potrà consegnarsi ai giudei, per venire ucciso e il terzo giorno risuscitare.
Il Vangelo che abbiamo ascoltato, ci presenta il racconto lucano della visita di Gesù a Marta e Maria. Questa pericope è collocata immediatamente dopo la parabola del buon samaritano e non è un caso! Infatti, per rispondere alla domanda del dottore della legge: “che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”, oltre al famoso comandamento dell’amore, Luca inserisce prima la bella parabola e poi l’episodio di Betania. Due racconti che sembrano contraddittori:
• il primo sottolinea l’esemplarità di chi ha saputo fermarsi accanto ad un uomo ferito, compiendo i gesti del servizio,
• l’altro racconto, invece, loda l’atteggiamento accogliente di Maria, che invece che affannarsi nel servizio, si pone in ascolto attento di Gesù.
I due testi riflettono la contrapposizione esistente presso la comunità di Luca, prima destinataria dei testi evangelici, che a quel tempo appariva divisa. Infatti, aumentando il numero dei discepoli, alcuni lamentavano che i loro poveri venivano trascurati, mentre altri protestavano perché erano costretti a trascurare “la Parola di Dio” per dedicarsi al servizio delle mense (cf At 6).
Qual è il fil rouge che scopriamo, accostando la parabola del Buon Samaritano e il racconto di Betania?
Gesù sembra indicare che l’amore si debba declinare con i verbi dell’accoglienza e del servizio, dell’ascolto profondo e radicale della Parola rimanendo ancorati fedelmente alla realtà. Gesù ci dice che la vita cristiana non è una teoria da applicare, ma un collocarsi da innamorati al servizio della storia e delle vicende umane, fedeli alla realtà storica che osserviamo.
Il Samaritano, diversamente dal sacerdote e dal levita, coglie che la circostanza che gli si presenta davanti agli occhi lo chiama a fermarsi, a chinarsi ai piedi dell’uomo ferito. Il suo cuore, irrimediabilmente coinvolto nella vicenda di quell’uomo incappato nei briganti, lo trascina a compiere gesti improvvisati di cura e di amore.
Alla stessa maniera, Maria legge bene l’evento che accade in casa sua e sceglie di porsi ai piedi di Gesù, in ascolto adorante del maestro.
Marta, come il sacerdote e il levita, invece, preferiscono rifugiarsi nella vuota tradizione, ripetendo a memoria gesti sempre uguali, standard, che tradiscono la realtà, ignorano la storia e diventano perciò disumani. Gesù infatti, non rimprovera a Maria i gesti della diakonia, ma piuttosto l’agitazione nel compiere tante cose che la distolgono dall’unica cosa che in quel momento era essenziale: l’accoglienza di Gesù.
Care sorelle, il Signore vi chiede di essere ancorate alla realtà, fedeli cioè a Dio e agli uomini. La Gaudium et spes, al numero 1 ci ricorda che nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel cuore dei discepoli di Cristo e che essi sono solidali con la storia degli uomini. (cf GS 1)
È interessante, notare, che sia il Samaritano che Maria scelgono di collocarsi ai piedi… e scelgono proprio bene! I piedi dei poveri e i piedi di Cristo, sono lo spazio panoramico da cui poter guardare la realtà.
• Sui piedi, Maria verserà il profumo prezioso e abbondante, sottolineando la gratuità e la generosità di chi ama con passione;
• i piedi di Gesù saranno lavati con lacrime, asciugati con i capelli e unti con olio per esprimere con profonda tenerezza la gratitudine di chi conosce la misericordia di Dio;
• ai piedi di Zaccheo, Gesù si collocherà per chiamare questo peccatore ad entrare in un vortice d’amore;
• i piedi dei discepoli saranno puliti da Gesù per ricordare che questi dovranno scegliere sempre di amare come i servi;
• ai piedi di Cristo in croce, Maria e Giovanni accoglieranno le ultime parole di Gesù.
Stare umilmente ai piedi di Dio e dei poveri è il luogo in cui le suore della Carità sono chiamate a “vedere” Dio e ad accogliere la sua volontà. Se non esercitassimo le nostre ginocchia nei gesti del servizio ai poveri, dell’ascolto orante della Parola e della contemplazione del mistero di Dio, sarebbe arduo discernere i segni dei tempi.
Care sorelle, questo vostro Capitolo generale vi aiuti a scrutare la realtà in cui siete collocate, con occhi da innamorate.
L’esempio di Santa Giovanna Antida Thouret e san Vincenzo de’ Paoli illuminino il vostro importante lavoro. Amen
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