Jeanne-Antide Thouret nasce a Sancey-Le-Long il 27 novembre 1765. Le prime tracce umane nella valle di Sancey risalgono al Mesolitico (10.000-6.000 a.C.). Una fonderia era presente durante l’Età dei Metalli, tra il 2200 e l’800 a.C.

È a Sancey l’Eglise che si sviluppò la prima comunità di villaggio della zona, probabilmente durante il periodo merovingio.

La chiesa madre di Sancey sembra essere stata costruita nel VI secolo dai monaci dell’abbazia di San Maurizio d’Agaune.

Nel Medioevo, Sancey, parrocchia della contea di Borgogna, faceva parte del Sacro Romano Impero.

Durante la Guerra dei 100 anni, Sancey fece parte del Ducato di Borgogna, alleato degli Inglesi.

Nel XV secolo, gli “écorcheurs”, mercenari rimasti senza attività alla fine della Guerra dei Cento Anni, devastarono il villaggio come tutta la regione.

Il primo tentativo di conquista francese sotto Luigi XI portò al saccheggio della zona da parte degli svizzeri, alleati della Francia.

Nel XVI secolo, la contea “franca” di Borgogna, legata ai Paesi Bassi spagnoli e quindi alla Corona spagnola, godeva di una notevole autonomia. Questa fu l’età d’oro della Franca Contea. Durante le guerre di religione, gli “Albesi” del Duca d’Alba, diretti in Lorena dove protestanti e cattolici si scontrarono in sanguinose battaglie, devastarono nuovamente Sancey e la Franca Contea.

Nel XVII secolo, durante la Guerra dei 30 Anni, che insanguinò tutta l’Europa, la Franca Contea fu teatro del conflitto dal 1635 al 1644.

Sancey, ad eccezione di alcune case, fu distrutta dagli “svedesi” del Duca di Weimar, alleati dei francesi. Tre quarti della popolazione franco-contese morirono in questa guerra, accompagnata da una carestia e da un’epidemia di peste. Come per ogni invasione, le Grotte de la Baume offrirono alla popolazione un rifugio sicuro che poteva ospitare l’intero villaggio.

La Franca Contea divenne infine francese nel 1678 con il Trattato di Nimega.

A Sancey, come altrove, la conquista fu disapprovata, come dimostra la richiesta dei Franco-contesi di essere sepolti a faccia in giù per non vedere il sole, soprannome del re Luigi XIV.

Dopo un secolo senza disordini, la Rivoluzione francese non fu accolta molto bene.

Vengono creati i due comuni e il cantone di Sancey l’Eglise, di breve durata, prima di fondersi con quello di Clerval. La Costituzione Civile del Clero e la persecuzione dei cattolici fecero passare la valle alla controrivoluzione. Molti abitanti del villaggio seguirono Jeanne-Antide e i sacerdoti ribelli, nascondendosi nei boschi e nelle grotte vicine.

Nell’estate del 1793, Sancey partecipò all’insurrezione della “Petite Vendée”, la Piccola Vandea franco-contese, una rivolta popolare anti-rivoluzionaria che ebbe luogo nell’estate del 1793 in alcuni cantoni del dipartimento del Doubs situati nei distretti di Ornans e Pontarlier, al confine con la Svizzera.

Schiacciata rapidamente (le date generalmente utilizzate sono 31 agosto 1793 – 6 settembre 1793), la rivolta fu seguita da una pesante repressione, con numerosi arresti, deportazioni ed esecuzioni. La storica Danièle Pingué dell’Università della Franca Contea ha riassunto l’evento: “Anche se di breve durata e limitata a pochi cantoni, questa insurrezione ha lasciato un segno duraturo nella nostra memoria collettiva”.

I villaggi interessati dalla rivolta si trovano in una zona della Franca Contea priva di sbocchi sul mare e di forte tradizione cattolica, che costituisce un confine religioso con il principato protestante di Montbéliard a nord e con i cantoni svizzeri a est. Quest’area è stata molto influenzata dalla Controriforma, che ha intessuto reti potenti e ha avuto un effetto profondo sulle menti delle persone, come dimostrano le basi religiose di Antoine-Sylvestre Receveur (1750-1804) e di Jeanne-Antide Thouret (1765-1826) all’epoca della Rivoluzione e del Direttorio.

Anche se gli inizi della Rivoluzione non furono sgraditi, le tensioni nacquero con la Costituzione civile del clero del 1790 e l’opposizione si accentuò nel 1791, quando il Papa condannò la nuova istituzione il 10 marzo 1791 e l’arcivescovo di Besançon, Raymond de Durfort, un sacerdote refrattario, fu deposto il 12 marzo 1791 ed esiliato in Svizzera. In queste zone molto cattoliche c’erano molti sacerdoti refrattari e i contatti con gli emigranti militanti erano importanti, facilitati dalla vicinanza della Svizzera.

L’opinione pubblica locale era dominata dal partito cattolico, che rifiutava con forza la scristianizzazione della Convenzione ed era talvolta sensibile alla propaganda realista che si era rafforzata dopo la morte del re. Tuttavia, una minoranza rivoluzionaria – i patrioti – rimaneva attiva e controllava le attività politiche e amministrative con il supporto di guardie nazionali armate. Il clima era teso in questa regione di confine, turbata dai contatti con la Svizzera, dove si raccoglievano emigranti e preti ribelli, mentre i cattivi raccolti e le requisizioni ordinate dal Comité de salut public per sfamare gli eserciti facevano già divampare gli animi: i comuni patrioti confiscarono le armi dei partigiani cattolici per evitare scontri violenti.

Gli scontri divennero ancora più minacciosi dopo la decisione del 23 agosto 1793 di allevare in massa gli uomini di età compresa tra i 25 e i 30 anni, rafforzando il decreto della Convenzione del 24 febbraio 1793, che riguardava solo gli uomini non sposati o vedovi di età compresa tra i 18 e i 25 anni. I contadini cattolici non accettarono di difendere un potere che li opprimeva e di cui non condividevano i valori.

Conoscere almeno a grandi linee le radici geografiche, culturali, religiose, delle persone ci aiuta a apprezzarle maggiormente, anche se dalla nostra cultura natia non ereditiamo tutte. La vita poi si incarica di nutrire, arricchire, diversificare.