«Il digiuno è un’ascesi del bisogno ed un’educazione del desiderio»
(Enzo Bianchi)
Da qualche anno, avevo il desiderio di fare un Ritiro Spirituale un po’ diverso da quello che ci veniva proposto dalla Congregazione e questo desiderio andava nella direzione di padroneggiare il mio corpo, di metterlo alla prova, di andare all’essenziale, di unirmi di più a tutti coloro che soffrono a causa della fame e di crescere nell’ascolto vivendo un’intensa esperienza spirituale.
La proposta di una settimana di digiuno spirituale a luglio a Les Fontenelles, nella Casa del Ritiro Cristiano del padre Receveur, mi è sembrata quella che poteva raggiungere gli obiettivi prefissati.
Fin da alcuni giorni prima dell’inizio del Ritiro, ho iniziato la riduzione del cibo per preparare il mio corpo all’esperienza del digiuno togliendo dalla mia dieta caffè, latte, pane, salumi, formaggi, dolci, ecc. per consumare solo frutta e verdura cruda e/o cotta. Perché il digiuno che andremo a praticare è un digiuno d’acqua: niente cibi solidi, ma tisane illimitate, un bicchiere di succo di frutta biologico al giorno e una tazza di succo di verdura la sera.
La sessione di Ritiro inizia la domenica sera nella cappellina con la comunità delle suore, dove preghiamo i Vespri.
Subito dopo, ci spostiamo nella grande sala (ex refettorio). Siamo un gruppo di una ventina di persone diverse per età, situazione sociale e di vita, la maggior parte delle quali donne (tra noi ci sono due uomini). Per molti è un appuntamento, altri hanno già fatto un’esperienza del genere in altri contesti e luoghi. Per solo due di loro, me compresa, è la prima volta.
Fin dall’inizio ho avvertito e ascoltato che tutti abbiamo in comune il desiderio di allontanarci dalle nostre realtà, di fare una pausa, di vivere un tempo di “privazione” del cibo, come un cammino di purificazione e di libertà che può aiutarci a renderci liberi per un incontro personale con Dio.
Suor Rose-Marie, che conduce questa sessione, entra rapidamente nel vivo della questione e ci presenta il programma con precise e preziose istruzioni per vivere al meglio i prossimi giorni. Per iniziare il digiuno è necessario pulire l’intestino quindi si deve prendere una purga di solfato di sodio. E al momento, un po’ di apprensione ci prende tutti! Me compresa. Anche per chi conosce già il procedimento!
Le giornate sono ben organizzate e impegnative, “ben riempite”: preghiera personale e comunitaria, ascolto della Parola, meditazione, tempo di silenzio, un’ora di yoga, due a tre ore di camminata, Eucaristia e tempo per parlare della vita del gruppo e dei testi. Infatti, il tempo risparmiato non stando a tavola a mangiare viene sostituito da un altro modo di mangiare: è la gioia di “rimuginare la parola” come un piatto delizioso e condividerla con chi si è imbarcato in questa avventura…A volte limitando il pur necessario, tempo di silenzio!
Gli esercizi yoga e le camminate quotidiane aiutano a mantenere il corpo tonico, rilasciare energia e facilitare l’eliminazione delle tossine. Camminare nel bosco, mi aiuta a entrare in contatto con la natura e a meravigliarmi delle bellezze della Creazione. A metà strada, un cucchiaino di miele mi rinvigorisce dandomi il gustoso sapore del lavoro di squadra che le api sanno ben fare, mi rimanda a meravigliarmi del progetto di Dio e di tutto ciò che ha creato. E all’urgente necessità di collaborare per la cura e la salvaguardia del Creato.
Le letture bibliche di ogni giorno sono accompagnate, in parallelo, da brani tratti dal testo “A Maria, lettere” scritto dalla domenicana suor Anne Lécu. Una grande scoperta! I commenti al femminile sono di rara profondità e bellezza. A causa della mancanza di cibo solido, mi sento più aperta allo Spirito. Le parole del libro di Geremia: “Prendi il libro e mangialo!” diventano realtà!
Durante questi giorni di preghiera e di digiuno, ho sperimentato una gioia, una nuova energia che dà slancio alla mia vita quotidiana e ho vissuto la sorpresa e la testimonianza di un gruppo di laici ricettivi e docili alla Parola che nutre.
Suor Maria Rita S.