Il Giubileo è imminente e possiamo paragonarlo al noviziato, un anno durante il quale sono sospesi gli impegni lavorativi e lo studio professionale. Anche le relazioni con parenti, amici e conoscenti si approfondiscono piuttosto che affollarsi. Il noviziato, come il Giubileo, è un atto di fiducia nel Signore che, durante questa sospensione di cose pur indispensabili, Egli disporrà in nostro favore la sua benedizione e la terra darà frutti (Levitico, v. 21).
Dio si dimostra capace di abbondanza proprio là dove, stando alla logica delle cose, dovrebbe esserci maggiore scarsità. È l’esperienza che Israele ha già fatto nel deserto rispetto alla manna, da non raccogliere di sabato (cfr Esodo 16,5.27-30), ma sufficiente comunque per due giorni. L’opera di Dio però è visibile solo se si rimane nella fiducia, solo se si crede che ce ne sarà abbastanza anche domani. Attraverso l’istituzione dell’anno giubilare, Israele deve rivivere periodicamente una simile fiducia. E così è chiamata a fare la novizia.
E così siamo chiamati a fare tutti noi durante il Giubileo:
un anno di riposo sabbatico per ritrovare in Dio il senso del tempo e dello spazio.
In occasione della festa liturgica della beata Enrichetta, 26 novembre 2024, vogliamo conoscere, dunque, meglio il noviziato di Maria Angela Domenica Alfieri, facendo seguito alla conoscenza dei suoi genitori, ai quali abbiamo dedicato il precedente articolo.
Maria Angela Domenica è saggiamente educata dai suoi genitori – Giovanni e Rosa Compagnoni – profondamente cristiani. Trascorre un’infanzia serena e frequenta la scuola elementare, mentre durante l’adolescenza alterna i lavori domestici a quelli nei campi, per aiutare la famiglia.
Com’era frequente a quel tempo, si specializza nell’arte del ricamo. Viene, così, formandosi un carattere dolce e forte a un tempo.
La vocazione religiosa si manifesta in lei verso i 17 anni. Ma i genitori la invitano ad aspettare. Gli anni dell’attesa rafforzano in lei la decisione di donarsi tutta a Dio.
Il 20 dicembre 1911, ormai ventenne, varca la soglia del Monastero Santa Margherita di Vercelli, come postulante nella congregazione delle Suore della Carità, famiglia religiosa nella quale sono già presenti due zie e una cugina.
Maria Angela Domenica fu ammessa in noviziato il 2 aprile 1912. Circa un anno dopo, il 25 marzo 1913, vestì per la prima volta l’abito religioso e ricevette il nome che l’avrebbe accompagnata per tutta la vita: suor Enrichetta.
In noviziato, al sorgere del giorno: un cuore universale
Le novizie si alzavano alle cinque del mattino, lodando Dio: “Viva Gesù, viva sempre nei nostri cuori. Il suo santo nome sia benedetto nei secoli!”. Poi le suore scendevano in cappella per le preghiere del mattino: nessuna categoria di persone veniva dimenticata, così da dilatare il cuore delle novizie fino alle dimensioni stesse del mondo.
In noviziato, al centro della giornata: consumarsi per amore di Dio nel servizio ai fratelli
Subito dopo colazione, le novizie andavano ognuna al proprio “impiego”: lavanderia, stireria, sacrestia, cucina, pulizie generali…Le Litanie dei Santi Protettori, che si recitavano durante il pranzo, ricapitolavano il servizio svolto, richiamando alla necessità di consumarsi senza risparmio nella pace, per amore di Dio, al servizio dei fratelli, soprattutto i più bisognosi: subito dopo Maria Santissima, veniva invocato san Vincenzo de’ Paoli, che precedeva anche i santi Pietro e Paolo. Anche la conclusione della lettura spirituale di ogni giorno alle due del pomeriggio – Dio è carità, chi vive nella carità rimane in Dio e Dio rimane in lui – avrebbe aiutato le novizie ad avere sempre presente per Chi vivessero le loro giornate.
In noviziato, al calare della sera: contemplare Gesù per farsi carico, come lui, dei bisogni dell’umanità
Il Rosario quotidiano aveva una forte intonazione cristocentrica: “Vi offriamo, o Signore, questa corona del Santo Rosario, che reciteremo con il fine di adorare e glorificare Voi, di rendere onore alla vostra santissima Madre, per ringraziarvi dei vostri benefici”. Le novizie pregavano sentendosi coinvolte nell’anelito dell’umanità a Dio.
Il 17 dicembre 1917 suor Enrichetta faceva la sua prima Professione religiosa, pronta ad iniziare l’avventura della sua vocazione alla carità.
Il noviziato per noi, oggi
Alla vigilia del Giubileo 2025, impossibile non paragonare l’esperienza del noviziato nella vita religiosa a quella dell’Anno Santo:
Nella vita di ogni uomo e donna – di qualunque fede religiosa e politica – c’è un momento cruciale in cui occorre fermarsi, creare una pausa di silenzio nella vita caotica e riflettere sul senso del proprio destino e del proprio posto nel mondo.