La mattina del 29 gennaio 2025, tra le 9 e le 10, una brutta esperienza ha coinvolto le nostre Suore sulla strada Bocaranga-Bouar.
Un gruppo di uomini armati non identificati ha fermato il veicolo che trasportava le Suore di Bocaranga e i loro autisti nei pressi del villaggio di Douya, tra i 15 e i 17 chilometri da Bocaranga.
Le suore erano in viaggio per un incontro inter-congregazionale.
La strada principale di Bocaranga
Secondo le informazioni raccolte, gli assalitori hanno costretto le suore e i loro autisti a seguirli nella boscaglia per una distanza di oltre 10 chilometri.
Una volta isolati, le suore e gli autisti sono state perquisiti ed è stato loro requisito il denaro che avevano con sè.
Tutti sono stati rilasciati tra le 14 e le 15 dello stesso giorno.
Le Suore di Bogaranga dopo il loro rilascio
Le Suore della Carità, impegnate a favore della popolazione locale, fanno esperienza anche loro della insicurezza generalizzata nella quale si trovano le famiglie che vivono nella regione di Bocaranga.
Alla base di molti dei problemi della Repubblica Centrafricana vi è il conflitto che attanaglia il paese da diversi decenni. La situazione è fragile e instabile. Il territorio nazionale è in gran parte controllato da vari gruppi armati di provenienza diversa.
Frère Tomashe, parroco di Bocaranga, ai microfoni di Abakar Ali
Posta nel cuore dell’Africa, la Repubblica Centrafricana (RCA) è, dopo il Niger, il paese più povero al mondo.
Il 60% dei circa sei milioni di abitanti vive con meno di un dollaro ed un quarto al giorno. La Repubblica Centrafricana è, inoltre, tra i paesi con più alto tasso di mortalità infantile e materna e la popolazione ha, in generale, un’aspettativa di vita piuttosto bassa: solo 54 anni.
Crediti per la foto in copertina: Des hommes armés tenant des armes en bandoulière dans une région de la RCA. Photo: Reuters