Domenica 2 febbraio è stato inaugurato un nuovo percorso botanico all’interno dell’Eco-Charity Garden, Casa Generalizia, Roma.

La Via del Respiro degli Alberi è un cammino immersivo tra imponenti esemplari arborei.

Attraverso questo itinerario, i visitatori possono scoprire alberi straordinari che popolano il giardino delle Suore della Carità, testimoni silenziosi di epoche lontane e simboli di connessione tra culture e paesaggi.

Come racconta Maria Grazia, volontaria, molte delle specie vegetali presenti nel parco sono state portate a Roma dalle Suore della Carità dai loro viaggi missionari, diventando simbolo della vocazione alla universalità della Congregazione.

Domenica 2 febbraio abbiamo lanciato il nuovo percorso botanico all’interno dell’Eco-Charity Garden. Si tratta del percorso denominato ‘La Via del Respiro degli Alberi’.

I nostri numerosi visitatori hanno accolto con interesse l’invito a partecipare a questo cammino, lasciandosi condurre sia dal respiro degli Alberi viventi nel parco, che dalle storie raccontate su di loro dalla nostra amica biologa Sabina De Innocentiis.

Ma chi sono questi imponenti ambasciatori arborei?

Abbiamo scelto per questa volta i sempre verdi vista la stagione invernale: l’Abete bianco, il Cedro del Libano, il Leccio, la Sequoia, l’Ulivo e l’Alloro.

Nella prima parte del cammino siamo rimasti estasiati dalla varietà delle conifere :

  • l‘Abete bianco, un vero e proprio testimone dei boschi di 18.000 anni fa, ritenuto anche molto longevo ce lo dice il suo nome genere “abies” dal greco “abios” ovvero longevo e bianco per le sue foglie che presentano sul lato inferiore due linee parallele biancastre;
  • l’Abete rosso , il nostro tipico albero di Natale;
  • il Cedro del Libano, che ci ha accolto come un re saggio dei tempi antichi, molto citato nella Bibbia come esempio di forza, resistenza e saggezza. Si racconta che col suo legno fossero stati edificati, su ordine del re Salomone, sia il tempio di Gerusalemme che il palazzo regale.

Nella seconda parte, abbiamo ritrovato e visto sotto una nuova luce i nostri abituali alberi tipici del Mediterraneo :

  • il Leccio, adattato al clima mediterraneo e quindi a resistere alla siccità prolungata e ai venti salmastri, appartiene al genere delle querce, simbolo di forza e coraggio; siamo entrati nel boschetto di Lecci fino al punto più alto dell’Aventino.
  • l’Ulivo, simbolo indiscusso di tutta la cultura mediterranea, proviene in realtà dall’Asia Minore ed è stato addomesticato in Palestina dal suo progenitore selvatico in tempi antichissimi, circa 8000 anni fa; da lì è stato via via diffuso dapprima in Egitto e poi, per tramite prima dei Fenici e in seguito, soprattutto, dei Greci e dei Romani, lungo tutto il Mediterraneo. Abbiamo percorso il viale degli Ulivi che porta fino al punto panoramico.
  • l’Alloro, una pianta sempreverde la cui dimensione varia da quella di un piccolo arbusto a un albero che può raggiungere anche i 10 metri. Abbiamo visto un esemplare particolare che ha sviluppato 5 tronchi in circolo, con la caratteristica corteccia liscia verde chiaro.

Per ultimo ci siamo sorpresi di trovare qui il gigante sempreverde del Nord America:

  • La Sequoia, la conifera più alta del mondo che può raggiungere altezze di oltre 100 metri nelle regioni dove cresce spontanea. È un albero iconico e imponente, originario delle coste occidentali degli Stati Uniti, in particolare della California. Ci siamo fermati sotto l’albero ad osservare le piccolissime pigne in contrasto con la gigantesca altezza raggiunta dall’albero.

Molte delle specie vegetali presenti nel parco sono state portate fin qui dalle suore stesse, di ritorno dai loro viaggi missionari, come questa sequoia, diventando un simbolo della loro vocazione alla universalità (le suore sono presenti in tutti continenti con 33 missioni); adesso ci ricordano come tutto, su questo pianeta, sia inestricabilmente connesso (LS 42) e ci invitano alla contemplazione dell’enorme mistero della vita”.

Maria Grazia, volontaria Eco-Charity Garden, Roma