Da Besançon, M. Madeleine P., assistente sanitaria, sulle orme di santa Giovanna Antida: “Abbiamo ascoltato la voce degli anziani e dei malati.
Da 4 anni lavoro presso ELIAD, un’associazione di assistenza domiciliare, in una zona vicino a Besançon.
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Assistenza a domicilio
Si tratta di un servizio per anziani, spesso soli, che vivono in campagna. Li vado a trovare la mattina, all’ora del risveglio, per lavarli, vestirli e talvolta preparare loro la colazione. La presenza delle infermiere è importante per loro, ci aspettano, le persone sono felici di vederci perché spesso siamo le uniche persone che passano con altri assistenti (coniuge, figli) che vengono per le pulizie e per preparare il pasto. Quando andare in bagno è troppo faticoso, lo facciamo insieme. La nostra presenza li rassicura e ridona loro fiducia.
Il territorio di nostra competenza è abbastanza grande, tanto che possiamo percorrere fino a settanta chilometri al mattino. Ma la campagna è piacevole e la nostra distrazione sono le mandrie di mucche e gli animali che, sempre più spesso, escono dai boschi.
Nel team in cui lavoro c’è una bella collaborazione con i miei colleghi: 3 assistenti infermieristiche che sono simpatiche.
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Presso il Centro diurno
Ciò che ci unisce è il fatto che ci incontriamo due volte alla settimana al centro diurno del settore: alle 8:30, con il pulmino di ELIAD, andiamo a prendere le persone a casa loro; il giro dura un’ora e mezza e le portiamo al centro diurno per la giornata. Lo scopo dell’accoglienza è anche quello di dare sollievo agli assistenti. Dopo il caffè, leggiamo il giornale. Parliamo del menu. Poi facciamo giochi, diverse attività per stimolare le loro conoscenze, la loro memoria, la loro mobilità.
Alcune persone partecipano bene alle attività, ma altre quasi per niente; perché il morbo di Alzheimer le rende sempre più dipendenti. Non possono più parlare, esprimere le loro richieste, non possono più capire le più piccole cose da fare nella vita quotidiana; bisogna anticipare per loro. Questo richiede molta attenzione da parte nostra.
Alcuni giorni sono molto impegnativi perché bisogna essere attenti a tutti, aiutarli a mangiare, giocare per loro quando non possono più farlo, ecc.
Bisogna essere versatili e avere cura di tutto: preparare il pasto che ci viene consegnato, fare le pulizie, fare la spesa se necessario. Abbiamo un budget che ci viene dato dall’associazione, per comprare giochi, materiale per il bricolage, decorare l’accoglienza diurna, integrare i pasti se necessario, fare piccole feste ecc…
Il nostro team è dinamico, motivato e sempre pronto a tutto per aiutare le persone.
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E ora, una nuova missione
Sono ancora in questo settore fino alla fine di marzo perché vado in pensione.
Ho provato molta gioia in questa missione che ho scoperto. Il Signore mi ha colmata durante questi anni, ho potuto vivere pienamente la mia vocazione di Suora della Carità.
E presto partirò per l’Italia per una nuova missione con i migranti, di cui sono pienamente felice.
Il Signore e santa Giovanna Antida mi accompagnano”.
Suor M. Madeleine, Besançon