A Busca, in Piemonte, il Comune sta organizzando una serie di eventi, con al centro la riflessione sui temi della solidarietà, dell’accoglienza e dell’inclusione.

L’obiettivo è quello di far nascere tra Comune, Ospedale e Istituti scolatici del territorio una rete stabile di collaborazione, che possa anche in futuro lavorare con le giovani generazioni sul tema della carità.

Fra gli eventi in programmazione, il 16 febbraio 2025, Carità contaminata, un momento di confronto e approfondimento nel teatro cittadino sul valore della carità nella società contemporanea, al quale hanno partecipato anche un gruppo di Suore della Carità, che a Busca dal 1874 al 1997 hanno fatto servizio presso l’Ospedale Civile, l’Ospizio, l’Orfanotrofio e l’Asilo paritario.

Alle suore diciamo bentornate a Busca, almeno per un giorno!” ha affermato il presidente dell’Ospedale Civile, Tommaso Alfieri, conferendo loro una targa di ringraziamento per il loro servizio a favore della comunità cittadina di Busca.

Suor Jole ci ha inviato la sua testimonianza:

Le sorprese di Dio sono davvero originali.

Da Busca ci arriva un invito: 16 febbraio, una giornata di festa insieme per i 150 anni dall’arrivo delle Suore della Carità. Incuriosite, ci troviamo puntuali, alle ore 9.00, davanti all’Ospedale: 5 suore della Comunità di Torino e 2 di Vignolo.

La fenomenale accoglienza si esprime in: visita all’Ospedale, ben ristrutturato, alla casa di Riposo, ai luoghi più caratteristici di Busca, diventa preghiera nella curata celebrazione Eucaristica, si fa, poi, convivialità nel pranzo e sfocia in una splendida carrellata culturale: mostra dal titolo “Arte e carità” e ritrovo al Teatro Civico su “Carità Contaminata”. Ne usciamo, a sera, fortemente “contaminate” anche noi dalle esperienze di carità ascoltate e con una targa della presenza delle nostre suore a Busca, più di augurio che di memoria.

Tre di noi presenti: Sr. Carlamaria Vivalda, Sr. Maria Guasco (come Consigliere) ed io, Sr. Jole, come provinciale, in servizio negli anni 80 e 90, ci troviamo direttamente coinvolte. Infatti le Comunità aperte nel tempo, dopo l’inziale comunità Ospedaliera e dell’Ospizio del 1874, sono state soppresse in quegli anni: l’Orfanatrofio nel 1983, la Scuola materna nel 1995, l’ultima “polivalente”, che pare concluda anche quella ospedaliera, il 25 gennaio del 2000. Non ci sentiamo in colpa, però, perché nella storia i cambiamenti di vita generano vita, fanno fiorire novità. Mancano le suore? Eccoci, ora, tra stupendi volontari in ogni settore, germogli di vita, punto di riferimento per i giovani, artisti della carità che continuano a creare “Cultura”.

Infatti una gioiosa constatazione ci fa sottolineare sempre meglio come tutto ciò che è bello, grande, buono diventi “arte di cultura” e se, si muove nel soffio dello Spirito, acquisti il timbro di “cultura divina”.

In questa giornata, abbiamo fatto un tuffo nell’una e nell’altra, respirando anche, nel ricco e affettuoso ricordo di numerose nostre sorelle, come il “passato” dei 125 anni della loro presenza a Busca, si sia fatto “presente” nei 150 anni dal loro arrivo, e si proietti bene in un fecondo futuro. Futuro che, nella ricchezza di carismi, sa abbracciare, come le suore di un tempo ma con le sfumature di oggi: scuole, persone malate, anziane, in difficoltà, e nell’apertura e solidarietà universale, sa ripetere che siamo tutti fratelli e sorelle della stessa umanità.

Un grande grazie a tutti gli Organizzatori, a tutti gli Operatori, a tutti i Buschesi ci sta proprio bene“.

Sr. Jole Stradoni