Caritas Libano: “Viviamo in un incubo ma non ci arrendiamo e continuiamo ad aiutare i più vulnerabili”
Oltre 300 mila sfollati, migliaia di feriti e centinaia di morti sono il bilancio provvisorio dall’esplosione avvenuta martedì 4 agosto nel porto di Beirut . “È una situazione terribile e disastrosa e oggi ci troviamo nella confusione più totale”, riferisce a Caritas Internationalis Rita Rhayem, direttore di Caritas Libano, il cui staff si è immediatamente attivato per soccorrere le persone colpite dall’esplosione.
“La situazione è critica e questa è la prima volta che affrontiamo un’emergenza di tale portata ma noi non ci fermiamo e andiamo avanti per aiutare tutte le persone in difficoltà”, sottolinea. “Vi sono molti morti e molti feriti, e da un punto di vista sanitario il quadro probabilmente peggiorerà rapidamente a causa degli effetti dei gas tossici. Caritas Libano si sta preparando a questa eventualità, ma i nostri centri sanitari non hanno mezzi per affrontare una simile evenienza e le operazioni di salvataggio sono rese ancora più difficili dalla mancanza di elettricità”.
Nella nota pervenuta all’Agenzia Fides si evidenzia che anche il quartier generale di Caritas Libano è stato gravemente danneggiato dall’esplosione. Secondo fonti locali, provvidenzialmente, l’ufficio aveva chiuso poco prima dell’esplosione e quindi nessuno tra lo staff è rimasto ferito.
“Il Paese si è fermato e stiamo vivendo un incubo – afferma il presidente di Caritas Libano, padre Michel Abboud – Non abbiamo nulla per aiutare la popolazione. Beirut è devastata e siamo totalmente sopraffatti dalla portata degli eventi”.
“I nostri volontari si sono mobilitati immediatamente per individuare ed assistere i feriti, che vengono ricevuti nei nostri centri di assistenza primaria purtroppo già sopraffatti ed incredibilmente affollati, così come gli ospedali. Manca qualsiasi cosa, compreso il cibo per sostenere la popolazione colpita”, gli fa eco Rita Rhayem.
“Le esplosioni hanno causato un ulteriore danno a un Libano già in ginocchio a causa della crisi economica e politica, delle violenze, della pandemia di Covid-19 e delle conseguenze delle sanzioni economiche imposte alla Siria – sottolinea Aloysius John, segretario generale della Caritas Internationalis. “Non dobbiamo dimenticare quanto gli effetti delle sanzioni economiche e delle violenze abbiano indebolito questo Paese e stiano pesando molto sul Libano, che deve oggi fronteggiare anche una grave crisi alimentare”. John esorta “la comunità internazionale ad intervenire con urgenza e incondizionatamente al fine di aiutare la popolazione, che agisca con decisione per alleviare le sofferenze dei libanesi, rimuovendo immediatamente le sanzioni economiche”.
(AP) (6/8/2020 Agenzia Fides)