Con oltre 450 milioni di migranti interni (su una popolazione di 1,4 miliardi di abitanti), l’India è teatro di un fenomeno che non ha eguali al mondo.
I migranti, che si spostano tra i diversi stati indiani soprattutto per motivi legati alla ricerca di lavoro e di istruzione, per esigenze della famiglia o per eventi emergenziali come i disastri naturali, spesso affrontano sfide legate allo sfollamento, allo sfruttamento, all’accesso ai servizi di base. E anche alla fede.
Tra i migranti vi sono a cittadini indiani cattolici e cristiani e per questo la Chiese cristiane in India hanno preso coscienza del fenomeno e hanno studiato interventi e soluzioni per accompagnare queste persone nel cammino di reinserimento sociale e nelle loro esigenze spirituali e pastorali.
Lo spirito – così ne dà conto l’Agenzia Fides – è quello di “dare una seconda possibilità ai migranti in India”, accompagnandoli nel processo di sviluppo, di ricerca di lavoro e formazione, assistendoli, soprattutto nelle prime fasi delle loro nuova vita, con programmi di sicurezza sociale e alimentare e opportunità di istruzione per i bambini le cui famiglie si sono trasferite in un contesto diverso da quello di origine.
Per raggiungere tali finalità, la Chiesa cattolica in India ha inaugurato un portale digitale che supporta i migranti in tutto il Paese, nei diversi ambiti. Presentato dal Cardinale Philip Neri Ferrão, Arcivescovo di Goa e presidente della Conferenza dei vescovi cattolici di rito latino dell’India (CCBI), il nuovo portale web, integrato nella piattaforma “Catholic Connect”, si ispira e cerca di mettere in pratica le indicazioni di Papa Francesco che, per quanto riguarda i migranti, ha più volte citato quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere, integrare. L’azione della Chiesa cattolica, a tutti i livelli, mira anche a far sì che, grazie agli aiuti ricevuti, i migranti e gli sfollati interni e specialmente i minori non accompagnati, non cadano vittime della tratta di esseri umani.
Come ha spiegato padre Jaison Vadassery, Segretario esecutivo della Commissione per i migranti della CCBI, il portale online consente ai migranti di registrarsi e accedere ai servizi ecclesiali (parrocchie, caritas, scuole, ospedali etc) indipendentemente dalla loro ubicazione: il fine è far sì che i migranti possono ritrovare e avvertire il calore di una comunità, anche se lontani dalla loro casa o dallo stato di origine: “E’ importante che si inseriscano armonicamente nelle comunità ospitanti, pur rimanendo legati alle loro radici culturali e religiose”, ha spiegato p. Vadassery. La piattaforma aiuta i migranti anche a livello legale e burocratico, per l’iscrizione ai programmi di assistenza governativi o per usufruire di aiuti umanitari in caso di emergenze e disastri naturali, causa di sfollamento
Mons. Alwyn D’Silva, Vescovo ausiliare di Mumbai, riferendosi all’enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco, ha ricordato l’importanza della cura pastorale per i migranti, in particolare per quelli più vulnerabili e poveri, che hanno lavori poco qualificati, che affrontano lo sfruttamento e sono privi di tutele legali. La Chiesa, ha detto, ha il compito di accompagnarli non solo nello spostamento da un luogo all’altro e nel cammino di reinserimento sociale, ma anche anche nel cammino di fede. Per questo la Commissione per i migranti ha presentato un piano pastorale che coinvolge le parrocchie di tutto il paese nel soddisfare le esigenze spirituali e sociali dei migranti.
(PA) (Agenzia Fides 25/10/2024)