Nella parrocchia di santa Giovanna Antida, da diversi anni, è attivo un gruppo di adulti che una volta al mese va in missione notturna su una delle più grandi arterie di traffico della capitale.
Il gruppo era stato voluto da mons. Paolo Lojudice, al tempo vescovo ausiliare di Roma per la zona sud, attualmente vescovo di Siena.
“Nelle nostre missioni notturne – racconta una delle missionarie – incontriamo le donne vittime di tratta a scopo di prostituzione. Sono soprattutto giovanissime donne dell’Est europeo, spesso con storie passate e presenti agghiaccianti. Ultimamente, incontriamo anche moltissimi transgender di origine sud-americana.
La nostra è una “unità di contatto e ascolto”, che comprende normalmente tre momenti: l’incontro, l’annuncio, la Parola.
Il primo momento è l’incontro durante il quale ascoltiamo le loro situazioni di vita, passate e presenti. Il secondo momento è caratterizzato dall’annuncio dell’amore di Dio che non giudica, ma accoglie, guarisce, risana; potenza dell’amore di Dio testimoniato anche dalle nostre personali esperienze di vita. Il terzo momento è la lettura di una Parola per illuminare la loro vita. Si tratta di un brano del Vangelo scelto a caso da loro, quando è possibile, per poter far incontrare la loro vita con la vicenda redentrice di Gesù di Nazareth.
Concludiamo sempre con una preghiera recitata insieme e invocando la benedizione del Signore su ciascuna di loro, singolarmente”.
Le donne, non raramente le minorenni, i ragazzi transgender, vittime dello sfruttamento sessuale su strada non chiedono aiuto, vivono in un silenzio pieno di paura e di vergogna.
Ma è un silenzio assordante.
Che cosa dicono di noi?
La scultura “Let The Oppressed Go Free” (Lasciate liberi gli oppressi) è stata realizzata dall’artista canadese Timothy Schmalz. Evoca la figura di Santa Giuseppina Bakhita, protettrice delle donne vittime di tratta, chinata a far uscire delle persone prigioniere. È un’opera ispirata da papa Francesco che ha detto che fino a che il problema della tratta e degli schiavi resta underground ovvero sottoterra, nascosta nel sottosuolo, non si risolve».
