Più passa il tempo più mi accorgo che la preghiera è un cammino interiore niente affatto scontato, né mai raggiunto una volta per tutte: il silenzio coltivato nella vita quotidiana, deve fare continuamente i conti con tante distrazioni interne ed esterne. Per questo, spesso arrivo alla vigilia degli Esercizi Spirituali con un desiderio ardente, piena di aspettative… assetata: “di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta arida, senz’acqua” (Sl 62). La contraddizione, però, stride forte quando all’inizio del ritiro il silenzio e la preghiera profonda appaiono un miraggio lontano: un vortice di pensieri e di distrazioni sembrano prevalere!
A Sancey, la natura mi ha insegnato, una volta di più, che ci vuole pazienza! Quella terra arida non può essere inondata… diventerebbe solo fango, ha bisogno di assorbire l’acqua di cui ha bisogno, goccia dopo goccia: così nel silenzio si entra piano piano!
Come piano piano sorge e tramonta il sole, dolcemente scorre il ruscello della Baume e adagio si può camminare sui sentieri di questo meraviglioso villaggio, e camminando, camminando… respirare lentamente, ascoltare le cicale, gli usignoli, i merli… e anche qualche cornacchia!
Osservare il librarsi di falchetti, rondini, libellule e farfalle, sorridere delle mucche al pascolo, contemplare i colori. Mai come quest’anno ho sperimentato la bellezza della natura che mi ha permesso di entrare in preghiera così… semplicemente lasciando che questa bellezza pregasse in me, lasciandomi portare da ciò che mi circondava all’atteso incontro con Colui che del bello è Creatore e che ha una Parola bella da dire alla mia vita per vivificarla e trasformarla!
E ad arricchire questo dono c’è stato il pensiero a Giovanna Antida: come non pensare che su questi sentieri ha camminato, talvolta pure segretamente e pericolosamente, che in questi prati e in queste campagne ha lavorato, che di questo silenzio e di questi colori si è riempita per conoscere un Dio che è Padre Provvidente, imparando a pregarlo con fiducia!
E allora me la sono immaginata così: giovane ragazza che si preparava a diventare donna operosa, laboriosa, ma non affannata… perché c’è tanto lavoro, ma la natura tiene il ritmo, segna il tempo… e non puoi non rispettarlo! E in particolare davanti a quella carezza così tenera e premurosa che in quella statua ti accoglie quando arrivi nella sua casa, davanti a quel camino che parla di famiglia e quotidianità le ho chiesto questo dono per camminare come lei sulle strade del mondo in cui le brutture non mancano, ma la Bellezza è più tenace… e certamente attirerà tutti a sé!
Sr Melania Gramuglia