In occasione del 25esimo della presenza delle Suore della Carità in Albania, è stata presentata la traduzione in albanese del libro su santa Agostina. La prima comunità è stata quella di Elbasan dove sorge un’università in scienze infermieristiche.

Logjika e dashurisë  (La logica dell’amore)

Vale la pena approfondire tre parole-chiave nel contesto albanese, che ci aiutano a capire meglio la vita di suor Agostina: il Martirio, l’Amore, e il Servizio.

Il Martirio: questa è una realtà presente sia nella religione cristiana, che in quella islamica. Nel Kur’an si trova il termine šahîd per descrivere il martire, che a sua volta ha lo stesso significato del termine greco martys, che in albanese viene con il termine testimone. Il senso di ogni martirio, il senso di ogni testimonianza, sta nell’obbedienza a Dio. E l’obbedienza alla Verità può portare verso il sacrificio di se stessi, non perché il sacrificio è valore in se stesso, ma perché il mondo va contro la verità, e non l’accetta. Queste persone scelgono di testimoniare la verità, e ci parlano anche con la loro morte, risvegliano le nostre coscienze assopite e adattate al corrotto. Nella spiritualità cristiana martys, il testimone è colui che annuncia, testimonia e proclama la gioia della Risurrezione. Colui che con la sua vita canta la vittoria sulla morte, dell’amore sull’odio, della giustizia sull’arbitrio. E il testimone non cerca mai la morte, ma non la evita se questa le chiede di rineggare la propria fede o se stessi. Il testimone cristiano muore sempre pregando e perdonando il persecutore, come ha fatto il suo Maestro ‘Perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lk 23, 34). E proprio così è morta anche Agostina, quando il suo paziente la uccide col coltello.

Il libro tradotto in albanese è di suor Raffaella Perugini, ‘La logica della carità’

L’Amore: niente avrebbe senso senza l’amore visibile nelle opere. L’amore è l’unica cosa che cerchiamo per tutta la vita, ma è l’unica cosa per la quale non investiamo quanto e come si deve. Ecco cosa scrive un poeta tedesco: ‘…Amare è bene: ché l’amore è difficile. Voler bene da uomo a uomo: questo è forse il più difficile compito che ci sia stato imposto, l’estremo, l’ultima prova e testimonianza, il lavoro, per cui ogni altro lavoro è solo preparazione… …amara è angusta occasione per il singolo di maturare, di diventare in sè qualche cosa, diventare mondo, un mondo per sé in grazia di un altro’(R.M. Rilke). Perché l’uomo arrivi questa perfezione nell’amore lo deve coltivare, perché non si improvvisa, e cosa ci può insegare suor Agostina? Che l’amore è possibile! L’amore oltrepassa quello tra uomo e donna, troppo piccola per esaurirla lì. Essa arriva fino al nemico, perché, se amiamo solo quelli che ci amano, cosa facciamo di speciale? (Mt 5, 46)

Il Servizio: Il servizio per suor Agostina è il dono di sè, è l’amore concreto, quello che agisce. È proprio in questo aspetto della sua vita, inseparabile dalla sua spiritualità, dove si verifica e si concretizza la fede. La natura umana in Agostina si concretizza in quella di una donna, con tutte le sue peculiarità. Edith Stein, quando parla della natura della donna dice: ‘Il modo di pensare della donna, i suoi interessi, sono tutti orientati verso ciò che è vivo e personale e verso l’oggetto considerato come un tutto. Proteggere, custodire e tutelare, nutrire e far crescere: questi sono i suoi intimi bisogni veramente materni’. (E. Stein, La Donna, 1959). E se la donna mostra interesse per qualcosa di materiale, è perché questa è a favore dell’uomo (umano), che si nutra, che cresca, che si realizzi. In suor Agostina anche la sua natura femminile si incontra con quella della consacrazione, dove la spiritualità è sempre verso l’altro, sempre tesa a prendersi cura della vita intorno a lei, cosa che fa anche di una vergine madre, ‘e la bellezza della madre è maternità in servizio ’ (Rainer Maria Rilke). Continua Edith Stein, ‘Perché la vita di una donna sia intimamente modellata dall’amore divino, è necessario che sia una vita eucaristica. Dimenticare se stessa, liberarsi da tutti i proprio desideri e pretese, avere un cuore pronto per tutti i bisogni e le necessità altrui…’ Proprio da qui prende luce ogni vita religiosa vissuta in pienezza, e ogni sacrificio o dono di sè assume un senso pieno in Cristo, altrimenti sarebbe solo una tentazione di innalzarsi, dove anche il sacrificio più grande perderebbe il suo valore. Sono vecchie le parole di San Paolo a riguardo, ma sempre nuove: ‘ Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba… E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. (1Cor 13, 1-3)

Vorrei concludere questa presentazione con una raccomandazione di Agostina, inclusa nel Decalogo dell’infermiere: Ricordati di non dimenticare: dimenticare non è semplice dimenticanza, ma mancanza, perché la memoria è questione di cuore. Quando amiamo ricordiamo, quando amiamo serviamo, quando amiamo perdoniamo. Grazie