Mentre la nostra comunità internazionale è impegnata nel processo di revisione delle Costituzioni e nel discernimento per la Provincia Europa, vogliamo affidarci all’intercessione di suor Clemente e di tutte le nostre maestre di noviziato.
La loro dedizione senza risparmio alla formazione delle giovani generazioni ci lascia una grande eredità – teologico-spirituale, carismatica, ecclesiale – da coltivare, alimentare, diffondere, cominciando da madre Thouret, passando per suor Marguerite Paillot a Besançon e suor Geneviève Boucon a Napoli. Vorremmo poterle nominare tutte.
Ci consegnano, come il profeta Elia ad Eliseo, il mantello della profezia!
Nel ricordo grato di ciascuna di loro, facciamo qui memoria della consegna a Dio di suor Clemente Alimenti.
 

Una sua novizia, missionaria ormai da decenni in Africa:

“Carissima suor Clemente, sì oggi sono ancora sul cammino della strada di Gesù, nonostante le prove, le sofferenze e le gioie. Ed è grazie all’accompagnamento paziente, attento, misericordioso, durante il tempo del noviziato e dello juniorato.
 
Suor Clemente è sempre stata attivamente presente nei vari momenti difficili delle sue figlie, le novizie, con la preghiera e con qualche piccolo gesto. Grazie di cuore, suor Clemente, continua a seguirci affinché siamo fedeli alla chiamata con gioia e speranza e sappiamo testimoniare l’amore di Gesù per tutti gli uomini”.
 

Una sua novizia, oggi educatrice:

“La Sposa è andata incontro allo Sposo con la lampada accesa: suor Clemente, grazie per tutto quello che ci hai donato, i tuoi insegnamenti e la tua testimonianza sopravviveranno in eterno. Possano Maria e Gesù accoglierti in Paradiso.
 

Una sua novizia, oggi Consigliera Provinciale:

Ci hai educato – nel senso più ampio, profondo, vitale – a darci tutte a Dio e ai poveri, senza frontiere. Era uno dei tuoi canti preferiti: Il nostro cuore non ha frontiere, è il vero canto della libertà, è la speranza di un mondo nuovo, porta l’immagine dell’unità“.

Una sua novizia, oggi a servizio dei poveri nelle periferie:

“Da Superiora Provinciale, hai voluto fortissimamente una comunità a servizio delle donne vittime di tratta a scopo di prostituzione. Erano anni in cui ancora se ne parlava pochissimo e ci sentivamo inadeguate. Il tuo coraggio e il tuo sostegno ci hanno accompagnato alla formazione specifica, alla collaborazione, all’accoglienza nella nostra comunità di tante donne straniere, vittime di violenza, ridotte in schiavitù. E quella comunità è stata addirittura un luogo di esperienza per le postulanti e di prima formazione per le juniores.

La tua audacia e la tua determinazione siano le nostre. Grazie!”.

E così, suor Clemente è stata ricordata dai suoi familiari:

Vederla pregare era già una preghiera. Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. Fra le tante frasi evangeliche che potrebbero aver illuminato la vita di Suor Clemente, ci sembra che questa, più di ogni altra, racconti ciò che Zia Maria è stata per noi nipoti.
 
Quando tornava a Pergola, suo paese natale, per noi bambini era una festa, gioia pura, perché donava attenzione a ciascuno di noi, parlava con noi piccoli, ci coinvolgeva anche nei discorsi da grandi, non ci lasciava mai da parte, ci insegnava a pregare. E vederla pregare era già quasi una preghiera e soprattutto giocava con noi.
 
Ricordo in una di queste visite, in una passeggiata al cimitero, ci raccontava di nonna Annetta, di quando con lei andava a messa con lei a Pergola partendo da Serraspinosa; ci ha parlato della morte, di questo mistero che sempre ci spaventa ma – diceva- in realtà chi muore va incontro con Dio, chi soffre è solo chi resta. Faceva sentire ognuno di noi speciale. Crescendo il gioco ha lasciato spazio ai dialoghi con lei, dialoghi intensi mai banali, a volte anche un po’ severi, a volte anche troppo severi, ma che sempre lasciavano spazio all’amore di Dio, all’invito ad amare tutti e tutto ciò che ci circonda.
 
Incontrarla è anche sempre stato incontrare la sua grande famiglia acquisita, la congregazione delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida, famiglia nella quale un po’ alla volta siamo entrati tutti noi, partendo da Pergola, poi Roma, Piacenza, Sora, Gorgonzola, Sarzana, ancora Roma, la Romania, Reggio Calabria, Terracina, e in questi ultimi anni Civitavecchia: come nipoti, nipoti acquisite, pronipoti vogliamo esprimere la nostra gratitudine a voi tutte, per come l’avete amata accudita accolta. E non avete accolto solo lei ma ci avete sempre fatto sentire parte di questa famiglia. Davvero grazie – siete state vera immagine dell’amore di Dio per noi. Vi abbracciamo come Zia ci abbraccia nella bella foto che ieri ci ha spedito Suor Merina.
 
Nella Liturgia di oggi la generazione di allora chiede a Gesù un segno: Gesù non si presta a dimostrazioni spettacolari ma – dice il Vangelo – Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva. Noi di questa generazione invece abbiamo avuto la fortuna, attraverso l’incontro con Suor Clemente, di avere segno evidente dell’Amore di Dio.
 
In principio il Verbo era presso Dio e poi si è fatto carne. La relazione di amore che attraverso Dio si è espressa negli uomini e donne che suor Clemente ha incontrato nella sua vita: è il vero giubileo della Speranza che oggi qui con voi celebriamo nelle nostre vite”.
 
I nipoti e i pronipoti di suor Clemente, per noi Zia Maria