13 gennaio: Notizie della nuova missione iniziata in dicembre 2012 a Juba – Rejaf, sud Sudan, da sr Piera, sr. italiana, presenta in Sudan da 30 anni e sr. Evelyna, giovane suora sudanese.

Lettera inviata da sr Piera:

“Anche s’e in ritardo, auguro a tutte Buon Natale e Buon Anno 2013 dalla nuova missione in sud Sudan, Juba- Rejaf.

Il Signore ci doni la sua pace, prima nel cuore di ogni uomo: solo cosi avranno fine le guerre nel mondo, e finirà la violenza che distrugge l’umanità.

Da circa due mesi sono nel Sud Sudan, la nuova nazione, sono a Juba, la capitale, ma la nostra missione si trova a Rejaf, che dista 7Km da Juba per preparare la nuova missione, dove non esiste nulla, solo il terreno che appartiene alla chiesa. Per un mese abbiamo vissuto in seminario (della filosofia di Juba) che si trova a Rejaf, perche i lavori non erano ancora terminati.

Dal 15 dicembre la casa era pronta, ci siamo trasferite dal seminario alla nostra piccola casetta, con il solo necessario per vivere. Il 10 gennaio inizieranno i lavori per la costruzione del nuovo progetto che si deve realizzare, sovvenzionato in parte dal Nunzio Apostolico, per accogliere le giovani della strada. Le strade dei nostri campi, in Italia, erano più facile da percorrere, la strada è orribile.

La chiesa di Rejaf è grande, una cattedrale; è stata la prima chiesa costruita al sud Juba. In quel tempo, Juba era la capitale del sud. A causa dei cinquanta anni di guerre, sempre iniziate dal sud, la popolazione e’ fuggita per aver salva la vita.

Dal 1960 guerra a Juba,Wau,Rumbek, Raja, poi nel Darfur,ecc…

In Juba , ma soprattutto a Rejaf, tutto parla di guerra, rivela il passato, senza una parola. In Rejaf esisteva allora la base militare da dove partivano i comandi per la guerra: quindi distruzione, povertà e miseria esiste tuttora. Il governo di allora , unico in Sudan, non si e’ mai preoccupato di un po’ di sviluppo al sud ma sempre e solo di far guerra. Che può fare la guerra se non generare sofferenza, distruzione e morte, infliggendo paura, terrore a chi ha potuto sfuggire al flagello.

In Juba non esiste acqua potabile, o almeno un po’ pulita, si beve l’acqua

del Nilo,dove in certi punti tutti i rifiuti vengono gettati nel fiume. Non esiste elettricità in tutto il sud, solo dei generatori. Si vive al buio, perchè nell’accendere la luce l’ambiente si riempie di bestioline che poi ci beccano o ci mordono pure. Le vipere, la rane, i scorpioni sono di casa tra noi. La iena vive vicino alla nostra casa. Certo, non e’ facile l’inizio di una missione , dove tutto parla di guerra, di distruzione. Sì , si deve credere che veramente e’ il Signore che ci ha chiamate là , perché, nel vedere la situazione attuale, i bisogni dei poveri e della popolazione sono molti. La nostra presenza deve essere per loro un incoraggiamento, un sostegno per camminare nella fede, in quest’anno dedicato alla fede, nel crescere, nel cammino e credere che ritorneranno ad essere un popolo di credenti, di figli di un padre che ci ama.

Vi chiedo un profondo ricordo, nella preghiera, per la nuova missione e per coloro che saranno chiamate a formare la nuova comunità.

Con affetto vi abbraccio tutte. Buon Anno 2013!”