Covid-19, la situazione degli ospedali libanesi è ‘catastrofica’
Il presidente del sindacato che riunisce i nosocomi privati lancia l’allarme: “Sono saturi, non sappiamo più dove mettere i pazienti”. I 127 istituti privati hanno messo sinora a disposizione solo 400 letti per pazienti colpiti da nuovo coronavirus. Un centinaio per le terapie intensive. Il lockdown torna a essere la sola soluzione per allentare il carico ospedaliero.
“Catastrofica!”. Così il presidente del sindacato che riunisce i proprietari degli ospedali privati, Sleiman Haroun, riassume la situazione nella quale si trovano i nosocomi impegnati nella lotta contro il Covid-19, a otto mesi dalla ufficializzazione del primo caso il 21 febbraio scorso. “Gli ospedali – lamenta – sono saturi. Non sappiamo più dove mettere i pazienti. Solo ieri abbiamo impiegato diverse ore per poter trasferire un paziente da Dora (Metn) verso un ospedale a Zghorta (Nord Libano) […] Dobbiamo fare il giro di tutti gli ospedali, senza peraltro essere sicuri di poter ricoverare il paziente”.
La crisi degli ospedali impegnati nella lotta contro il nuovo coronavirus è solo uno dei molti elementi di criticità che attraversa il Paese dei cedri e che interessano la politica, l’economia e le stesse istituzioni. Una situazione già precaria, cui il Covid-19 ha dato il colpo di grazia, spingendo il 55% della popolazione sotto la soglia di povertà in un contesto di emergenza continua, che ha innescato un aumento dei suicidi e una corsa all’acquisto dei pochi farmaci disponibili.
In Libano vi sono 127 ospedali privati, i quali hanno messo a disposizione solo 400 letti per i malati di Covid-19, di cui un centinaio per le terapie intensive. Una goccia nel mare del bisogno e, al tempo stesso, una follia visto che il Paese è rimasto isolato e in lockdown per due mesi per consentire agli ospedali pubblici e privati di prepararsi alla pandemia. “Il problema – afferma Sleiman Haroun a L’Orient-Le Jour (LOJ) – è che lo Stato non ha i mezzi per coprire le spese ospedaliere in circostanze normali. Come farà in tempi di pandemia?”.
Per gli esperti la situazione è destinata a peggiorare con il trascorrere dei giorni, come conferma l’alto funzionario del ministero della Sanità Joseph Hélou: “Le persone – racconta – sono state fin troppo spensierate. Non hanno perso l’occasione di uscire e socializzare. Adesso è arrivato il momento di pagare le conseguenze per questi comportamenti”.
In Libano vi sono circa 250 posti letto per le terapie intensive negli ospedali pubblici. La volontà è di aumentare le capacità, avvalendosi della collaborazione degli istituti privati ma non tutti, spiega Hélou, “vogliono unirsi in questa battaglia”. Ad oggi solo 16 nosocomi privati hanno creato reparti ad hoc di terapia intensiva dedicati al Covid-19, che “devono essere isolati” dal resto della struttura per scongiurare il pericolo di contagi all’interno. E come in molte altre parti del mondo, soprattutto in Europa come riportano le cronache di questi giorni, la sola soluzione per il funzionario è il lockdown: “Dobbiamo – conclude – isolare completamente il Paese per un mese, con standard severi e imponendo il coprifuoco, punendo in modo severo i trasgressori. Ciò consentirà al settore ospedaliero e al personale medico e infermieristico di respirare”.
Intanto i casi continuano ad aumentare: oggi il bilancio parla del numero record di 1550 nuovi contagi (di cui 79 provenienti dall’estero) e di due vittime. Il numero complessivo è di 58645 casi e 501 vittime, 625 persone ospedalizzate e 195 in terapia intensiva.
Asianews