Papa Francesco ha scritto al Superiore Generale Tomaž Mavrič una lettera indirizzata alla Congregazione della Missione, in occasione del quarto centenario della sua fondazione.

Questo evento eccezionale sottolinea il ruolo centrale della Famiglia vincenziana nella Chiesa e nella missione di servizio ai poveri. Leggete e condividete questo messaggio profondo e ispiratore, un richiamo alla fedeltà al carisma di San Vincenzo de’ Paoli e alla missione di portare il Vangelo nelle periferie del mondo.

Al reverendo Tomaž Mavrič

Superiore Generale della Congregazione della Missione

“Mentre la Congregazione della Missione si prepara a commemorare il quarto centenario della sua fondazione, porgo affettuosi auguri a Lei, ai sacerdoti e ai fratelli della Congregazione e a tutti i membri della grande Famiglia vincenziana. Prego affinché questo significativo anniversario sia un’occasione di grande gioia e di rinnovata fedeltà alla concezione del discepolato missionario, fondato sull’imitazione dell’amore preferenziale di Cristo per i poveri.

Gli inizi della vostra Congregazione sono radicati nella profonda esperienza personale di San Vincenzo de’ Paoli, in quel “fuoco d’amore” che ardeva nel cuore del Figlio di Dio incarnato e che lo portò a identificarsi con i poveri e gli emarginati (Conferenza 207 sulla carità, 30 maggio 1659). Angosciato per la mancanza di cure pastorali nelle campagne francesi, all’inizio del 1617 decise di organizzare le missioni volte a fornire un’istruzione catechistica di base e incoraggiare un ritorno ai sacramenti. Un sogno che avrebbe portato a compimento, circa otto anni dopo, con la fondazione della Congregazione della Missione il 17 aprile 1625.

In questo anniversario, è opportuno riflettere sull’eredità spirituale, sullo zelo apostolico e sulla cura pastorale che San Vincenzo de’ Paoli ha trasmesso alla Chiesa universale. L’elenco di coloro che hanno assimilato la spiritualità vincenziana e l’hanno vissuta eroicamente nel corso degli anni è lungo e abbraccia tutti i continenti.

Pensiamo a San Giovanni Gabriele Perboyre, San Francesco Regis Clet, San Giustino de Jacobis, Santa Luisa de Marillac, Santa Giovanna Antida Thouret, Santa Caterina Labouré, Santa Elisabetta Anna Seton, il Beato Frédéric Ozanam e molti altri, tra cui Jân Havlik, beatificato il 31 agosto 2024 in Slovacchia.

Ancora oggi, sulle orme di San Vincenzo, la sua famiglia continua ad avviare opere di carità, ad intraprendere nuove missioni e ad aiutare nella formazione del clero e del laicato. Più di 100 rami di sacerdoti, fratelli, sorelle, laici e uomini costituiscono oggi la famiglia vincenziana. La Società di San Vincenzo de’ Paoli, fondata nel 1833 dal Beato Frédéric Ozanam, è diventata una straordinaria forza di bene al servizio dei poveri, con centinaia di migliaia di membri in tutto il mondo.

La Congregazione della Missione sta vivendo attualmente nuovi segni di crescita. Le Province più giovani, soprattutto in Asia e in Africa, dove le vocazioni alla Congregazione sono fiorenti, hanno risposto alla chiamata di iniziare missioni in altri Paesi. La Congregazione continua anche a intraprendere nuove opere creative tra i bisognosi. Penso all’ “Alleanza Famiglia Vincenziana con le persone senza fissa dimora”, un’iniziativa internazionale per fornire alloggi a prezzi accessibili alle persone senzatetto, ispirata all’esempio di Vincenzo de’ Paoli, che iniziò il suo lavoro nei loro confronti nel 1643, costruendo tredici case a Parigi per i poveri. Questa iniziativa intende svilupparsi nei Paesi dove sono presenti i vincenziani con la costruzione di altre case superando così l’obiettivo iniziale di accogliere 10.000 persone.

Quattro secoli dopo la fondazione della Congregazione della Missione, non c’è dubbio che il carisma di San Vincenzo de’ Paoli continui ad arricchire la Chiesa attraverso i vari apostolati e le buone opere dell’intera Famiglia vincenziana. Spero che le celebrazioni del quarto centenario mettano in evidenza l’importanza della concezione di San Vincenzo del servizio a Cristo nei poveri per il rinnovamento della Chiesa del nostro tempo, nella sequela missionaria e nell’aiuto ai bisognosi e agli abbandonati nelle molte periferie del nostro mondo e ai margini di una cultura superficiale e “usa e getta”. Sono convinto che l’esempio di San Vincenzo possa ispirare in modo particolare i giovani, che con il loro entusiasmo, la loro generosità e la loro preoccupazione per la costruzione di un mondo migliore, sono chiamati a essere testimoni audaci e coraggiosi del Vangelo tra i loro coetanei e ovunque si trovino (Esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit [25 marzo 2019], 178).

Con grande affetto, quindi, assicuro ai sacerdoti e ai fratelli della Congregazione della Missione la mia particolare vicinanza nella preghiera durante il prossimo anno giubilare. Prego affinché, ispirati dal loro Fondatore, possano continuare a modellare la loro vita e il loro lavoro secondo l’esortazione all’umiltà e allo zelo apostolico che egli rivolse ai primi membri della Congregazione: “Coraggio dunque, fratelli, dedichiamoci con rinnovato amore al servizio dei poveri, cerchiamo anzi i più miserabili e più abbandonati. Riconosciamo dinanzi a Dio che sono essi i nostri signori e padroni, e che non siamo degni di prestare loro i nostri umili servizi” (Conferenza 164 sull’amore per i poveri, gennaio 1657).

Affidando tutti i membri della Famiglia vincenziana alla materna intercessione di Maria, Madre della Chiesa, imparto la mia Benedizione Apostolica come pegno di pace e di gioia nel Signore.

E vi chiedo, per favore, di ricordarmi anche nelle vostre preghiere.

Papa Francesco, Roma, San Giovanni in Laterano, 11 dicembre 2024

Fonte: https://congregatiomissionis.org/

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