In una nota ufficiale, la Conferenza Episcopale del Pakistan si rivolge ai cristiani di tutto il Paese: “Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono invitati ad osservare la Giornata di preghiera per l’incidente a Jaranwala e per la pace e l’armonia nel nostro Paese”, a seguito  degli assalti, nei giorni scorsi, alle chiese e alle abitazioni di cristiani, e dopo l’arresto di due di loro accusati di blasfemia, a Jaranwala, alla periferia di Faisalabad nel Punjab pakistano.

Il bilancio dell’aggressione – riportato dall’Agenzia Fides – è di quattro chiese, di cui una cattolica, e tre cappelle rase al suolo; un cimitero profanato; diverse case di cittadini cristiani distrutte o vandalizzate e almeno tre feriti gravi. Le istituzioni politiche – scrive ancora l’agenzia delle Pontificie Opere Missionarie – hanno assicurato una indagine e l’accertamento delle responsabilità per individuare coloro che hanno istigato e compiuto l’aggressione ai cristiani.

Fides riporta anche le reazioni di sdegno come quella del presidente della conferenza episcopale del Pakistan, l’arcivescovo di Islamabad-Rawalpindi Joseph Arsad, che auspica che “sia ristabilito il primato della legge e della giustizia e si costruisca una società migliore”, mentre il vescovo anglicano Azad Marshall chiede al governo di “garantire giustizia e sicurezza per tutti”.

Akmal Bhatti, leader cattolico che guida il forum “Minorities Alliance Pakistan” nota che “ancora una volta accuse di blasfemia sono il pretesto per giustificare attacchi di massa su persone innocenti e su luoghi cristiani”. Condanne sono arrivate da numerosi rappresentanti religiosi e civili, cristiani e musulmani.