“Il prossimo Giubileo potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza” (Papa Francesco).
Il 28 giugno 2022, si è svolta la prima conferenza verso il Giubileo 2025, con la descrizione dei passi in preparazione alla celebrazione dell’Anno Santo e la presentazione del Logo ufficiale, presso la Sala Regia del Palazzo Apostolico, nella Città del Vaticano.
Il Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, nel suo saluto ha ricordato il motto “Pellegrini di speranza” del Giubileo ordinario del 2025 affermando: “che questo motto possa diventare per il mondo intero un autentico contenuto da sperimentare. Le vicende di questi anni, di questi mesi recenti, sembrano obbligare la Chiesa a tenere fisso lo sguardo sulla virtù teologale della speranza (…) e la speranza richiama tutti ad essere responsabili costruttori di un mondo migliore, come ha scritto Papa Francesco in vista dell’anno giubilare: ‘Dobbiamo (…) fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto’”.
Mons. Rino Fisichella, Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo ha presentato le linee guida del percorso giubilare: “La celebrazione di un Giubileo ordinario prevede una preparazione che richiede anni per l’impegno che un simile evento comporta”, ha spiegato Mons. Fisichella, ringraziando le autorità civili presenti per la collaborazione in questa fase preparatoria del Giubileo e sottolineando la necessità di fornire alle Chiese particolari sparse nel mondo gli strumenti pastorali perché possa essere un evento ecclesiale di sostegno alla fede e d’impulso per l’evangelizzazione.
Due saranno le tematiche su cui, per volontà di Papa Francesco, ci si focalizzerà in questi due anni che separano dal Giubileo:
“Il 2023 sarà dedicato alla rivisitazione dei temi delle quattro Costituzioni Conciliari, perché la Chiesa possa respirare di nuovo del profondo e attuale insegnamento prodotto dal Concilio Vaticano II di cui il prossimo 11 ottobre si celebrerà il 60° anniversario della sua apertura. Per questo sono in produzione una serie di sussidi per permettere a quanti non hanno memoria dell’evento di incuriosirsi e di entrare nel merito del Concilio.
Il 2024 sarà un anno dedicato alla preghiera, in modo da creare un contesto favorevole al Giubileo e permettere ai pellegrini di prepararsi a questo evento in un modo coerente ed efficace”.
Mons. Fisichella si è inoltre soffermato sulla rilevanza dell’aspetto comunicativo: “Si dovrà consentire a milioni di utenti di diventare pellegrini anche attraverso il digitale, e muoversi per i cammini, cogliendo bellezza e la sacralità del momento attraverso la ricezione di notizie (…). Il Logo del Giubileo esprime l’identità e il tema spirituale peculiare, racchiudendo il senso teologico intorno al quale si sviluppa e si realizza questo storico appuntamento”.
Alla Conferenza era presente Giacomo Travisani, vincitore del Concorso Internazionale per il Logo, tra 294 proposte da 213 città e da 48 Paesi diversi, realizzate da studenti, studi grafici, istituti religiosi, professionisti, studiosi di arte tra i 6 e gli 83 anni.
“È stato commovente passare in rassegna questi progetti frutto della fantasia e della fede semplice della gente”, ha commentato Mons. Fisichella, che ha letto la spiegazione del logo scelto da Papa Francesco tra tre progetti selezionati dalla Commissione giudicante:
“Il Logo rappresenta quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra. Sono una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. Si noterà che l’apri-fila è aggrappato alla croce. È il segno non solo della fede che abbraccia, ma della speranza che non può mai essere abbandonata perché ne abbiamo bisogno sempre e soprattutto nei momenti di maggiore necessità.
È utile osservare le onde che sono sottostanti e che sono mosse per indicare che il pellegrinaggio della vita non sempre si muove in acque tranquille. Spesso le vicende personali e gli eventi del mondo impongono con maggiore intensità il richiamo alla speranza. È per questo che si dovrà sottolineare la parte inferiore della Croce che si prolunga trasformandosi in un’ancora, che si impone sul moto ondoso. Come si sa l’ancora è stata spesso utilizzata come metafora della speranza. L’ancora di speranza, infatti, è il nome che in gergo marinaresco viene dato all’ancora di riserva, usata dalle imbarcazioni per compiere manovre di emergenza per stabilizzare la nave durante le tempeste.
Non si trascuri il fatto che l’immagine mostra quanto il cammino del pellegrino non sia un fatto individuale, ma comunitario con l’impronta di un dinamismo crescente che tende sempre più verso la Croce. La Croce non è affatto statica, ma anch’essa dinamica, si curva verso l’umanità come per andarle incontro e non lasciarla sola, ma offrendo la certezza della presenza e la sicurezza della speranza. È ben visibile, infine, con il colore verde, il Motto del Giubileo 2025, Peregrinantes in Spem”.