CENTRAFRICA – “Smettiamola con la guerra e le divisioni; il popolo soffre una miseria indicibile” chiedono i Vescovi
“La divisione esacerbata della classe politica e la mancanza di patriottismo hanno lasciato il Paese in balia di predatori e mercenari di ogni genere, sovvenzionati in armi ed equipaggiamenti. La guerra che ci è stata imposta, mira a distruggere le profonde aspirazioni del popolo centrafricano, stanco e deluso da infiniti calcoli, conflitti e divisione politiche” denunciano i Vescovi della Repubblica Centrafricana in un messaggio pervenuto all’Agenzia Fides.
La conferma ieri, 18 gennaio, della vittoria del Presidente Faustin-Archange Touadéra, alle elezioni del 27 dicembre da parte della Corte Costituzionale, non risolve la fragilità di un voto dove solo il 35% degli elettori ha potuto esprimere la propria preferenza. Il controllo di ampie zone da parte di gruppi ribelli ha infatti impedito a gran parte dei centrafricani di recarsi alle urne, mentre la capitale Bangui ha subito un assalto da parte di una coalizione ribelle.
I Vescovi si dicono “sgomenti” per l’aumento dei saccheggi e la distruzione di locali amministrativi appena restaurati. “La miseria del popolo centrafricano è indicibile, quando popolazioni, costantemente in fuga, sono costrette a trovare rifugio in condizioni disumane nella boscaglia e quando i bambini devono ancora finire la loro istruzione dopo un anno partito male a causa della pandemia di Covid-19”.
“Ai politici e ai gruppi armati diciamo che la Repubblica Centrafricana non è proprietà di nessun individuo, clan o gruppo di interesse. Viviamo da otto anni in una crisi politico-militare” scrivono i Vescovi, che rinnovano l’appello al dialogo: “Sono state concluse diverse proposte per uscire dalla crisi, attraverso vari accordi, ma siamo bloccati”. “Chiediamo un dialogo sincero e franco, fraterno e costruttivo, per trovare una pace giusta e duratura, respingendo l’odio, la violenza e lo spirito di vendetta. Smettiamo di farci del male collettivamente. Smettiamo di creare divisioni contrarie allo spirito del nostro motto. Smettiamola di far beneficiare della ricchezza del nostro paese una minoranza secondo la sua affiliazione politica o affinità tribale. Smettiamola di distruggerci. Il nostro Paese ha sofferto troppi complotti esterni con complicità locale. Non dimentichiamo il motto “Mettersi insieme è un inizio, restare insieme è un progresso, lavorare insieme garantisce il successo”. Uniamoci per sempre per salvare la nostra nazione” concludono i Vescovi.
Nel frattempo è stata liberata Bangassou, la città presa a inizio gennaio dai ribelli. Sua Ecc. Mons. Juan José Aguirre Muñoz, Vescovo di Bangassou, ha reso noto l’arrivo, il 14 gennaio, di un battaglione di 150 soldati ruandesi della MINUSCA (Missione ONU in Centrafrica), che hanno messo in sicurezza la città. In questi giorni i sacerdoti della diocesi hanno distribuito indumenti a oltre100 persone oltre a olio, ceci e lenticchie e scatolette di tonno. I ribelli, prima di andarsene, hanno saccheggiato negozi e abitazioni e pure la missione Niakari, a 18 km da Bangassou. Due Caschi Blu hanno perso la vita ieri, 18 gennaio, in un agguato dei ribelli a 17 km dalla città. (L.M.) (Agenzia Fides 19/1/2021)