Cosa hai fatto a Capodanno? Classica domanda che ci viene rivolta al rientro dalle feste di Natale; ma noi ora siamo sicuri che sia meglio chiedere: Con chi hai passato il Capodanno?
Con gli ospiti accolti all’Ostello Caritas di Stazione Termini, che ricevono un pasto completo, una notte al coperto ed una doccia calda. E insieme alle Suore della Carità e i giovani provenienti da Malta, Italia, Romania e Albania, con i quali abbiamo vissuto intensi momenti di ascolto della Parola di Dio, di silenzio, di condivisione.
Abbiamo vissuto, così, il più bel Capodanno festeggiato finora, con uomini e donne che, oltre a regalarci il loro tempo, ci hanno aiutato a fare festa, a portare gioia: chi cantando, chi suonando, chi ballando, chi aiutando con i preparativi o le pulizie alla fine. Ringraziamo ognuno di loro per il bello che sono. Per averci accolti con tanto cuore, così tanto che, alla fine di queste giornate, non era più semplice distinguere chi fosse un ospite dell’Ostello e chi un volontario. Siamo arrivati a Roma in sedici, siamo ripartiti come parte di un insieme molto, molto più ampio.
Rientrando nelle nostre case, nelle nostre routine quotidiane ci sentiamo un poco rimasti lì, con loro. Nella speranza che nel nostro piccolo, qualcosa abbiamo potuto donare anche noi.
Un saluto, un sorriso, un abbraccio, una tombola, un ballo, un karaoke: ci siamo chiesti che valore avesse tutto questo per chi è senza casa, senza affetto, a volte senza radici e spesso senza fiducia nel domani… nient’altro che una goccia; una goccia nell’oceano che però, come diceva Madre Teresa, se non ci fosse mancherebbe per sempre. Durante il servizio poi, ci ha sempre accompagnato e sostenuto quella frase che troneggia maestosa sulla parete nel fondo della mensa: “lo avete fatto a me”. Ci ricorda che “chi darà anche solo un bicchiere d’acqua fresca, a uno di questi piccoli […] non perderà la sua ricompensa” (Mt 10, 42).
Qui di seguito, il racconto dalla viva voce dei giovani partecipanti:
Non è semplice mettere raccontare le emozioni che si vivono durante questi giorni, pochi ma molto intensi. La mattina si trascorre riflettendo sulla Parola e ritagliandosi del tempo di preghiera personale, che aiuta a vivere anche il resto della giornata nello spirito del servizio e dell’apertura. La sera ci si reca all’Ostello Caritas di Via Marsala a Roma, Stazione Termini, per servire gli ospiti della mensa. Il 31 dicembre poi, si prolunga la serata per festeggiare insieme la vigilia di Capodanno!
Un’esperienza unica, intensa; a volte difficile, ma ricca di Grazia. Un’occasione per fermarsi nella frenesia del quotidiano e scoprire la ricchezza che c’è in noi e negli altri.
Anche quest’anno sono stati cinque giorni di interiorità, fraternità e servizio condivisi con ragazzi provenienti da tanti paesi, in cui abbiamo toccato con mano come la diversità di lingua e di cultura non sia un ostacolo, bensì una preziosa risorsa per la crescita reciproca. Così come per i poveri, vale anche per noi volontari: nessuno si salva da solo.
Ogni giorno è stato un dono, una sorpresa: dentro di noi abitavano molte domande, ma anche questa volta abbiamo scoperto come il Signore sappia ribaltare le nostre attese. Con i pastori del Presepe abbiamo camminato insieme per incontrare un Dio fattosi piccolo, fragile, indifeso; e l’abbiamo trovato, in ciascuna delle persone che abbiamo conosciuto all’Ostello. Abbiamo trovato in loro l’Amore vero.
La vera faccia della povertà sta negli sguardi indifferenti di chi si fa attirare dalle vetrine, ma non si cura di offrire un sorriso al prossimo. Alla mensa, invece, abbiamo scorto la ricchezza, quella di chi non ha niente, ma condivide il poco che ha per amore.
Ci viene naturale valutare le persone in base alla loro apparenza o ai pregiudizi che spesso ci siamo creati (gli stessi pastori, d’altronde, erano considerati “impuri” dalla società di quel tempo), ma la bellezza più vera si nasconde nei posti e nelle persone da cui non ce la aspetteremmo.
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori” cantava De André, e in mezzo alle povertà, alle fragilità e ai dolori di molti uomini e donne abbiamo trovato un tesoro.
Siamo grati a ciascuno degli ospiti per aver condiviso parte delle loro storie, delle loro ricchezze con noi. Per il tempo trascorso insieme, per i loro sorrisi, per la loro capacità di amare, nonostante tutto. Persone bellissime con cui abbiamo rivestito le ali di un angelo, ricoprendole di tante piume colorate ricche di sogni, desideri, auguri e buoni propositi per il nuovo anno.
I giovani del Capodanno Alternativo