Il Papa condivide il dissenso dei Vescovi USA verso le politiche di deportazione e criminalizzazione dei migranti: “Ho seguito con attenzione l’importante crisi che sta avendo luogo negli Stati Uniti a causa dell’avvio di un programma di deportazioni di massa. Una coscienza rettamente formata non può esimersi dal formulare un giudizio critico ed esprimere il proprio dissenso nei confronti di qualsiasi misura che identifichi, in modo tacito o esplicito, la condizione irregolare di alcuni migranti con la criminalità. L’atto di deportare persone che, in molti casi, hanno lasciato la propria terra a causa di povertà estrema, insicurezza, sfruttamento, persecuzione o del grave deterioramento dell’ambiente, ferisce la dignità di molti uomini e donne, di intere famiglie, e le pone in una condizione di particolare vulnerabilità e indifesa”.

Lo scrive Papa Francesco in una Lettera inviata ai Vescovi degli Stati Uniti d’America a seguito delle politiche di deportazione degli immigrati nei rispettivi Paesi d’origine avviate dal nuovo governo USA.

“Vi rivolgo alcune parole in questi momenti delicati che vivete come Pastori del Popolo di Dio in cammino negli Stati Uniti d’America”, spiega il Pontefice nella lettera diffusa oggi. Il Vescovo di Roma ricorda il libro dell’Esodo, dove si narra “dell’itinerario dalla schiavitù alla libertà che il Popolo d’Israele percorse”.

Il testo biblico “ci invita a guardare la realtà del nostro tempo, così chiaramente segnata dal fenomeno della migrazione, come un momento decisivo della Storia per riaffermare non solo la nostra fede in un Dio sempre vicino, incarnato, migrante e rifugiato, ma anche la dignità infinita e trascendente di ogni persona umana”.

Gesù Cristo, “il Figlio di Dio, facendosi uomo, scelse anch’egli di vivere il dramma dell’immigrazione”, sottolinea il Papa nella missiva. E cita le parole con cui Pio XII “iniziava la sua Costituzione apostolica sullo zelo per i migranti, considerata la Magna Carta del pensiero della Chiesa sulle migrazioni: “La dignità infinita e trascendente di ogni persona umana supera e sostiene ogni altra considerazione di carattere giuridico che possa essere fatta per regolare la vita nella società”.

Da qui il giudizio netto sulle politiche di deportazione degli immigrati non regolari, riferibile alla scelte messe in atto dal governo USA. Se da una parte “è necessario riconoscere il diritto di una nazione a difendersi e a mantenere le proprie comunità al sicuro da coloro che hanno commesso crimini violenti o gravi”, dall’altra il manifestare e diffondere preoccupazione intorno a determinate identità personali, comunitarie o nazionali senza considerare aspetti come la fuga dalla guerra o dalle carestie “introduce facilmente un criterio ideologico che distorce la vita sociale e impone la volontà del più forte come criterio di verità”.

Infine, nella parte conclusiva del messaggio arriva anche il “grazie” del Pontefice per il “prezioso impegno” dei “cari vescovi degli Stati Uniti, nel lavorare a stretto contatto con i migranti e i rifugiati. Esorto tutti i fedeli della Chiesa cattolica, e tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a non cedere alle narrazioni che discriminano e fanno soffrire inutilmente i nostri fratelli migranti e rifugiati. Con carità e chiarezza, siamo tutti chiamati a vivere nella solidarietà e nella fraternità, a costruire ponti che ci avvicinino sempre di più, a evitare muri di ignominia e a imparare a donare la vita, come fece Gesù Cristo, per la salvezza di tutti”, conclude il Papa. (F.B.) (Agenzia Fides 11/2/2025)

Le foto pubblicate sono state scattate al Biggs Army Airfield di Fort Bliss a El Paso, Texas, hanno riferito a Fox News fonti della US Customs and Border Protection. Nelle immagini le persone incatenate salgono su un aereo da trasporto militare C-17 del 301st Airlift Squadron del 60th Air Mobility Wing della base aerea di Travis, si tratterebbe di 80 immigrati clandestini provenienti dal Guatemala giovedì alle 17 ora locale.