Centenario della fede a Juba

Lo scorso 1° novembre 2019, festa di Tutti i Santi, in Sud Sudan aleggia un’altra aria! La Chiesa terrena raggiunge la Chiesa celeste per concludere l’anno del Primo Centenario della nascita della fede in questo paese, così sempre tanto provato dalla guerra e dalla miseria.

Senza voler scoraggiare i fedeli impegnati da cinque anni perché tutto sia all’altezza dell’evento, malgrado il caldo soffocante e le piogge tropicali torrenziali, gli ultimi preparativi cominciano a prendere forma.

Per la veglia del grande giorno, i cristiani affluiscono a Rejaf per le celebrazioni, da tutti i punti della Diocesi e anche dall’Uganda

« Centenary of Faith… Renewing our Faith…

Responding to its Challenge… ».

«Centenario della fede…Rinnovare la fede
Rispondere alla sua sfida… ».

Di buon mattino, suor Pascal, suor Jacqueline ed io prendiamo posto sotto il grande albero, di fronte alla Chiesa “ALL SAINTS”, la prima della Diocesi di Juba, per partecipare alla Messa solenne. Tutte e quattro le nostre suore della comunità di Rajaf fanno parte dei vari comitati: accoglienza, salute, pasti…

Sono le 10! Il Cardinale Mgr Gabrielle Zubair, stimato dal Nunzio apostolico, dai vescovi del sud Sudan e Sudan, ai quali si sono aggiunti una trentina di preti, presiede questa celebrazione che ricorda il cammino percorso dal popolo cristiano lungo i 100 anni di evangelizzazione.

Il Presidente della Repubblica, Sig. Salvakir è in prima fila, il suo vice, i ministri e gli ambasciatori, i membri delle ONG, le religiose, partecipano alla Celebrazione, condividendo la gioia e la preghiera delle 5.000 persone ammassate sulla piazza. Le tende installate alla vigilia e subito smantellate dalla pioggia e dal vento, sono state reinstallate e proteggono alla meno peggio questa folla.

 Un coro di oltre 700 cantanti provenienti da tutte le parrocchie dell’Arcidiocesi, anima questa liturgia vivente in cui canti, dolci, danze liturgiche tradizionali si alternano secondo un ordine e un’organizzazione perfetta.

Il sole africano che brucia sopra le nostre teste e il fango scivoloso sotto i nostri piedi non sembrano disturbare questa assemblea convenuta per ringraziare, cantare, celebrare le lodi di Dio e la gioia di stare insieme.

L’offertorio è stato, per me, un momento molto commovente e impressionante. Centinaia di persone, alcune vestite con il loro costume tradizionale (piume sulla testa e sonagli ai piedi), hanno marciato, danzando al ritmo dei canti, per depositare le loro offerte davanti all’altare! Davanti, un grande dipinto che rappresenta il primo missionario comboniano proveniente dall’Italia per recare la Buona Novella di Gesù Cristo, seguito da altri cartelli e manifesti di diverse parrocchie e famiglie spirituali. Tutti hanno portato all’altare, sulla testa o tra le braccia, frutta e verdura, prodotti del ricco suolo sud sudanese, c’erano anche pecore, capre e galline …

La messa sembra non finire mai! Prima della benedizione finale, c’è una serie di parole di incoraggiamento, di sostegno e di ringraziamento, a seconda della propria lingua: un cocktail di inglese, arabo e bari, la lingua tribale del settore, che cerchiamo di interpretare nella nostra lingua Non è lo Spirito Santo che, in questo tempo di grazia, parla al nostro cuore e ci porta oltre i nostri limiti?

Intorno alle 15:30, alla chiamata dell’organizzatore, la gente si dispone in gruppi e invade l’intero spazio! Sento Gesù che dice ai suoi discepoli: «fate sedere le persone e date loro da mangiare» …

Detto, fatto! In un ordine perfetto, senza spintoni, tutti avanzano e ricevono la loro parte di un pasto ricco e appetitoso per riprendere le forze e continuare la festa-evento culturale: balli, canti popolari di diverse tribù … fino al calare della notte e molto oltre!

Una sosta, per rinnovare la propria fede fede e seguire il cammino con Gesù …

Suor Saïdé