Suor Maria Teresa Percile

27 aprile 2022, alle ore 18,30 presso la parrocchia di Torre del Greco-santa Maria la bruna, ha avuto luogo la prima sessione pubblica del Tribunale ecclesistico regionale campano per le cause dei santi in ordine al processo sulla vita, le virtù e la fama di santità di suor Maria Teresa Pernice, suora della Carità di santa Giovanna Antida Thouret, proveniente dalla ex provincia di Napoli.

Si tratta di una nostra giovane consorella deceduta all’età di 27 anni (1939-1966) che ha lasciato tracce di vita evangelica e carismatica esemplare nel suo paese, in comunità, presso i malati, da lei serviti come infermiera.

Le tante testimonianze hanno evidenziato la convinzione che valesse la pena conoscerla meglio e, perché no, proporla alla Chiesa come modello di dolcezza, di serenità, di accettazione della volontà di Dio nella malattia che l’ha colta nel pieno del vigore degli anni.

La chiesa locale, avuto il parere positivo della superiora generale sr Nunzia de Gori ha voluto incaricarsi  di iniziare la ricerca di testimonianze e la consistenza degli elementi positivi (fama di santità) a suo favore. Avendo ottenuto il nullaosta per dare inizio al processo, anche dopo il parere positivo della conferenza episcopale della Campania, ha dato il via per la costituzione di un tribunale diocesano al fine di raccogliere dati e di valutare documenti da presentare, in seguito, al vaglio della Congregazione vaticana delle cause  dei santi.

L’apertura del processo ha avuto inizio con la Liturgia della Parola presieduta dall’Arcivescovo metropolita di Napoli, Domenico Battaglia.

Dopo che il sacerdote postulatore, don Antonio Di Nardo, ha presentato in sintesi  la vita, la personalità, il vissuto evangelico di suor Maria Teresa, dalla nascita alla morte, ha preso la parola l’arcivescovo Battaglia che ha sottolineato le prerogative della suora del sorriso, come viene presentata suor Maria Teresa, perché la sua vita è stata intessuta di sorriso e di gioia nelle sue relazioni con Dio e con il prossimo. Si può dire che tutta la sua vita sia stata segno della tenerezza di Dio presso i malati e presso ogni persona incontrata. L’evangelico “l’avete fatto a me” rivela la sua propensione a prendersi cura e a farsi carico delle sofferenze dei malati e della morte. Per lei era semplice l’esserci come cura e far diventare la cura come annuncio. Ciò significa quell’uscita da se stessa, a detta di Papa Francesco, che permette di raggiungere il divino di ogni volto.

Infine, sono stati presentati i componenti del tribunale diocesano, sacerdoti e laici, che hanno giurato sul Vangelo segretezza nei confronti del lavoro da svolgere: il Promotore di giustizia, il Notaio attuario e il Notaio aggiunto, i Periti storici, i Teologi. Tra i periti storici ha giurato anche la nostra consigliera generale, suor Wandamaria Clerici che farà da legame con la nostra famiglia religiosa.

Santa Giovanna Antida si compiacerà di questa sua figlia e nostra sorella in Cristo che ha vissuto quanto la santa Regola e il nostro motto “Dio solo” l’ha fatta maturare per il cielo, nella carità verso Dio e verso il prossimo!