Vicinanza, tenerezza, compassione: apriamoci con audacia per condividere la ricchezza del nostro Carisma, fatto di “vicinanza, compassione, tenerezza” per i poveri, in Europa e nel Mondo, con la luce della speranza che la fede ci dona” – così scrive la Superiora Generale madre Maria Rosa nella sua Circolare all’inizio dell’Anno Giubilare –  Carissime Sorelle, nel riproporvi quanto il Santo Padre ci ha detto in occasione del Capitolo Generale 2021, vorrei invitare ogni Suora della Carità,  in qualsiasi realtà territoriale viva, a celebrare questo Anno Santo della Speranza con queste tre attitudini: vicinanza, compassione, tenerezza.

Sorelle, accendiamo nel nostro cuore e, perché no, anche nelle nostre Cappelle, tre lampade che arderanno durante questo anno Santo per ricordarci l’impegno preso come Congregazione a vivere da “pellegrine di Speranza” portando la luce della “vicinanza, compassione, tenerezza”. Questo ci aiuterà a camminare insieme come Famiglia-Congregazione e ad essere presenza viva nella Chiesa secondo il nostro Carisma.

All’inizio di un nuovo anno, di un anno giubilare, «Quale importanza riveste per noi il fare buon uso del tempo!»: diceva la Santa Madre alle sue figlie nella Circolare del 30 dicembre 1808. Facciamo tesoro di questa sua esortazione e accogliamo questo Anno giubilare come un evento di grande rilevanza spirituale, ecclesiale, sociale e di Congregazione.

Mettiamoci in cammino da “pellegrine” sulle orme di Gesù; un cammino, il Suo, segnato dalla predicazione del Regno di misericordia, dall’ascolto compassionevole di chi soffre, dalle ore di preghiera rubate alla notte, dalla gioia traboccante dello Spirito, dall’annuncio audace: «Beati i poveri, beati gli afflitti!».

Con l’Incarnazione tutto è ormai sacro, luogo degno di Dio: il tempio, ma anche la strada, l’ospedale, la fame, l’emarginazione, il carcere.

Padre Frei Betto ha scritto: «Noi lo cerchiamo nel tempio, Lui si trova nella stalla; lo cerchiamo tra i sacerdoti, si trova in mezzo ai peccatori; lo cerchiamo libero, è prigioniero; lo cerchiamo rivestito di gloria, è sulla croce ricoperto di sangue. È seduto sulle scale delle nostre portinerie, aspettando un tozzo di pane».

Gesù fatto uomo, ha scelto una via che ha cambiato il modo di pensare Dio e di incontrarLo, perché ha fatto della strada, con i suoi difficili personaggi, con le sue esigenze e i suoi tempi, un luogo teologico.

E da allora, la strada della Chiesa è la Chiesa della strada!

Carissime Sorelle, con passo deciso, continuiamo insieme come Famiglia-Congregazione ad amare Dio e a servirLo nei poveri: possa la forza della speranza fatta di “vicinanza, compassione, tenerezza” riempire il nostro presente”.

Dalla Circolare n. 47 della Superiora Generale, madre Maria Rosa

Roma, 1° gennaio 2025