Condivisione, preghiera, servizio: i tre pilastri di tutte le esperienze delle Suore della Carità con i giovani. Pilastri che, anche a Termoli, non ci siamo fatti mancare!
Nei mesi precedenti
Vogliamo lasciare la parola ai giovani, ma prima vi condividiamo come siamo arrivati a organizzare questa esperienza.
Anche quest’anno la proposta del Capodanno Alternativo a Roma, presso la Mensa di Stazione Termini, è arrivata puntuale. I giovani e le suore della diocesi di Termoli-Larino avrebbero voluto partecipare, ma avevamo alcune limitazioni oggettive principalmente di studio e di lavoro. Il “terreno comune” di ascolto dei desideri dei giovani è stato occasione per una meraviglia del Signore! Ci siamo aiutati e sostenuti l’un l’altro per una “pazzia”, che per noi è stata in realtà una grandissima occasione di incontro e di comunione.
Il desiderio di fare qualcosa per gli altri in questi giorni di festa in cui è “normale” pensarci felici con le persone che amiamo era troppo forte! Quindi, perché rinunciare? Se Maometto non va alla montagna…il Capodanno Alternativo va a Termoli!
Abbiamo così potuto realizzare un “mini” Capodanno Alternativo. “Mini” perché si è svolto in poco meno di 48 ore, dalla sera del 29 al mattino del 31 dicembre, “Capodanno Alternativo” perché non ha perso la sua cifra fondamentale di essere un’alternativa al Capodanno tradizionale e, come da tradizione (la nostra però!) l’alternativa è rappresentata dai poveri…a cominciare dai personaggi che sono stati scelti per accompagnarci in questo viaggio: i pastori.
suor Jessica e suor Giulia, Termoli
La fiaccolata in ricordo dei senza-fissa-dimora morti sulle strade
La sera del 29 dicembre cominciamo la nostra esperienza partecipando alla fiaccolata organizzata in città per ricordare tutti i senza fissa dimora che hanno perso la vita negli ultimi anni, per accendere una luce su una realtà che sembra invisibile. Al termine di questa ci siamo radunati “nell’ovile” della nostra comunità di Caritas, e ci siamo regalati del tempo per guardare negli occhi quei pastori che con la loro personalità ci hanno interrogato nella nostra identità più profonda: E tu chi sei?” infatti è la domanda con cui siamo andati a dormire, dopo aver adorato insieme il Bambino Gesù deposto nella mangiatoia del presepe.
“Trovarmi davanti ai pastori mi ha fatto molto interrogare “Chi sei tu?” “A che punto ti trovi del tuo cammino?” È stato un po’ doloroso apprendere che c’è il desiderio di qualcosa di grande, di camminare ma non c’è ancora nulla di chiaro sul come realizzare questo desiderio.”
A tu per tu con il Vangelo
L’indomani mattina abbiamo proseguito il cammino – ormai ci sentivamo proprio pastori! – e ci siamo incontrati nella nostra comunità della scuola Termoli-Campolieti. I nostri pastori hanno continuato a guidarci, stando con noi in un tempo di preghiera prolungato con la Parola. Più tardi ci siamo raccontati cosa lo Spirito ha soffiato in noi durante il tempo di intimità col Signore. Nel pomeriggio ci siamo messi subito all’opera per preparare un momento di condivisione che avremmo vissuto la sera con i nostri amici di Iktus, “comunità educante con i detenuti” che da diversi anni è parte del circuito delle Comunità Papa Giovanni XXIII, realtà che accoglie uomini appena usciti dal carcere o che scontano in comunità una pena alternativa alla detenzione.
Con la comunità Iktus, comunità educante con i detenuti
Come ama dire Franco, il responsabile della comunità: “Qui non ci sono cancelli e sbarre. È tutto aperto perché ognuno si senta libero di andarsene quando vuole. Ma alla fine non è mai scappato nessuno”. Non è la prima volta che andavamo, perciò ormai ci sentiamo…di casa! Dopo aver vissuto un momento di adorazione eucaristica e di ringraziamento per l’anno appena trascorso, nella bellissima cappella realizzata – non a caso con pietre di scarto – abbiamo composto il nostro personale Te Deum, in comunione le ospiti del Piccolo Rifugio di Milano, che lo compongono ogni anno.
A seguire risate, chitarra, chiacchiere e karaoke hanno dato il giusto condimento alla cena che abbiamo condiviso portando ognuno qualcosa. A fine serata ci siamo salutati ma…con la promessa di rivederci presto! “Potete venire anche tutti i giorni!!!” ci urla qualcuno andando via. “L’incontro con gli ultimi ti aiuta a vedere Dio, a ringraziare, ad amare”
E così siamo arrivati, dopo un solo giorno e mezzo al 31 dicembre, anche se l’intensità ci fa percepire che sia passato molto più tempo. Noi “pastori” portiamo con noi una piccola pecorella di DAS, diversa l’una dall’altra per ricordarci che tutte le nostre unicità e diversità hanno in comune la cosa più importante: Lui.
“L’importanza di aver condiviso con altri questa esperienza e il poter riconoscere come Dio opera nelle vite di chi cammina con te è stata forse la parte più bella di questa esperienza”.
Il Cenone in Mensa Caritas
Prima di andare però serviamo il pranzo dell’Ultimo dell’Anno alla mensa Caritas e facciamo quattro chiacchiere con gli ospiti, che, grazie al piccolo numero che sono, riusciamo a chiamare quasi tutti per nome, augurandoci vicendevolmente che sia un anno buono, in cui ogni uomo e ogni donna (a partire da noi) da pastore possa diventare angelo che annuncia la Buona Novella.