Arrivati all’altezza del piccolo villaggio bavarese di Zapfendorf, due pensionati tedeschi si mettono alla ricerca di un albergo per riprendere le forze. Sono esausti, affamati dopo una lunga gita in kayak (canoa) sul fiume Meno. La coppia, originaria del Karlsruhe, in vacanza nella regione, si sorprende nel vedere che l’entrata del vecchio albergo verso il quale sono diretti é murata. «Ma c’era un uomo che ha fatto segno che l’entrata si trovava sul retro. Noi quindi siamo passati attraverso il cortile» spiega Gabriele, 72 anni.
All’interno del locale, la coppia è accolta da colui che potrebbe esserne il proprietario. In realtà si tratta di un giovane avvocato siriano, Kawa Suliman, arrivato in Germania nel 2014. E’ uno dei rari rifugiati che vivono in questo antico albergo tradizionale trasformato, da qualche mese, in centro dì accoglienza per i richiedenti asilo che parlano il tedesco. Vedendo che i due pensionati sembrano ridotti male, il giovane proprone loro di sedersi, ma i due chiedono se può servire loro da mangiare.
Kawa Suliman spiega ai suoi amici che la coppia ha bisogno di mangiare. Mohammed Ali va a cercare la marmellata di mele che aveva preparato due giorni prima, gli altri hanno delle uova, dei pomodori, del formaggio e dello yogurt. Kawa Suliman ne riempie una tavoletta e vi aggiunge del pane arabo.
«Commossi da tanta generosità»
Gabriele e il suo compagno sono meravigliati che non c’è una tovaglia, non ci sono piatti caldi, e che i tavoli e le sedie siano spaiate, ma dall’inizio hanno creduto di trovarsi in un ristorante :
«Io pensavo che avevano appena aperto. Per questo occorreva mostrarsi comprensivi se tutto non era ancora organizzato in modo perfetto.[…] Il giovane che ci ha chiesto che cosa desiderassimo era cordiale; non si può che dare incoraggiamento a dei ristoratori così cordiali».
E’ solo al momento in cui hanno chiesto il conto, quando Kawa Suliman ha detto che non avevano da pagare niente, perchè si trovavano in un centro di accoglienza per rifugiati, che essi hanno preso coscienza dell’equivoco. Commosso dalla generosità dei richiedenti asilo che avevano organizzato spontaneamente il pasto, Gabriele scoppia in lacrime.
Questa commovente storia, degna di un racconto natalizio, ha fatto il giro di mezza Germania. Intervistato da un giornale, Kawa Suliman ricorda questo divertente episodio:
«I nostri due invitati erano molto stupiti. Volevano pagare ad ogni costo. «Voi siete nostri invitati, abbiamo risposto e qui gli invitati non pagano niente… siamo molto contenti che voi siate stati nostri ospiti». E quindi ci siamo molto rallegrati. Abbiamo scambiato i nostri indirizzi. I due ci hanno già scritto e ci hanno mandato un dono.
«Dare qualcosa in cambio»
Ultimamente un’altra testimonianza di solidarietà ha emozionato ancora i Tedeschi. Riguarda un rifugiato siriano alloggiato a Berlino che cucina e distribuisce la minestra ai SDF (persone senza fissa dimora) più volte a settimana nel centro della capitale tedesca, per dare qualcosa in cambio alla Germania che l’ha accolto !
Sicuramente voi conoscete casi simili che ci dicono che la generosità genera generosità e che la fraternità é possibile.
« Ogni giorno è Natale sulla terra,
perché Natale è l’Amore!»